COSENZA Si chiama “Zeus” il protocollo siglato stamane a Cosenza, tra la Questura e l’Associazione Italiana Mediatori Penali A.I.Me.Pe. Presenti ovviamente il questore di Cosenza, Michele Maria Spina e la Presidente dell’associazione Mariacristina Ciambrone. L’obiettivo è di attivare una serie di azioni concrete per prevenire il fenomeno della violenza domestica e promuovere lo sviluppo e l’attivazione di recupero dei soggetti responsabili di reati di stalking e violenza. Evitare la recidiva è possibile, farlo ottenendo risultati positivi è necessario per limitare un numero crescente di episodi violenti. Ai maltrattanti verranno proposti idonei percorsi – supportati da un’equipe di lavoro multidisciplinare composta da figure come criminologi, avvocati, psicoterapeuti, educatori e mediatori – per raggiungere la piena consapevolezza del disvalore sociale delle azioni commesse. Un percorso la cui attuazione è legata alla volontà di chi commette il reato.
«Il recupero dell’uomo maltrattante con i percorsi di giustizia riparativa è un’innovazione. Noi cerchiamo di lavorare sulla gestione dell’emozione, sulla gestione dell’affettività, purtroppo non sempre è possibile», dice al Corriere della Calabria Maria Cristina Ciambrone. «Quando una storia finisce, l’uomo riesce ad elaborare una sorta di lutto ed è spesso in questi casi che scatta la violenza domestica, la violenza contro le donne. Noi dobbiamo responsabilizzare l’uomo nel momento in cui non riesce da solo a recuperare e dare seguito ad azioni positive». Nel sostenere il il maltrattante nel percorso di recupero sarà «un team di esperti, e fino ad oggi abbiamo avuto molti risultati positivi. Esempi virtuosi si registrano nella Regione Puglia presso l’ufficio di esecuzione penale esterna, e presso la Questura di Napoli». Importante – sottolinea Ciambrone – anche «salvare una sola persona, sarebbe già un successo». Al progetto “Zeus”, il responsabile del reato potrà aderire in maniera del tutto volontaria, « la mediazione è sempre un atto volontario. Non è mai di un atto obbligatorio», chiosa Ciambrone.
«Il “Progetto Zeus” ci mette di fronte ad una possibilità rivoluzionaria: interessarci, non soltanto come già facciamo della vittima di stalking o di violenza domestica, ma con una visione filosofica di rivolgere un’attenzione particolare al carnefice, cioè all’uomo violento, all’uomo maltrattante», ribadisce il questore Spina. «Questo protocollo consentirà al responsabile del reato di prendere consapevolezza del danno recato, del disvalore delle proprie azioni ed eventualmente migliorarsi e crescere». Qual è l’iter? «Il protocollo prevede che ogni volta che il questore, nella sua qualità di autorità provinciale di pubblica sicurezza, emana un provvedimento di ammonimento nei confronti di un uomo maltrattante possa invitarlo a seguire un trattamento clinico, un percorso psicologico per cambiare atteggiamento».
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