LAMEZIA TERME «Sui crediti relativi ai bonus edilizi pare profilarsi un conflitto fra il Governo e gli enti locali che hanno avviato, o stanno studiando il modo di farlo come succede in Calabria, l’acquisizione dei crediti fiscali. Se così fosse, purtroppo, non ci troveremmo soltanto di fronte all’ennesimo scontro di competenze ma dovremmo registrare il rischio di veder crollare un comparto, quello dell’edilizia, che è sempre stato un asse portante dell’economia italiana e che, adesso, si trova schiacciato da norme errate, da una applicazione delle stesse fuori controllo e da un rimpallo di responsabilità davvero inaccettabile». È quanto sostiene in una nota Maria Elena Senese, Segretario generale di FenealUil Calabria. «Le imprese – scrive – finirebbero per fallire sotto il peso di una marcata assenza di liquidità e i cantieri rischierebbero un blocco che, drammaticamente, si ripercuoterebbe con immediatezza sulla tenuta economica di migliaia di famiglie e provocherebbe un’emorragia occupazione difficilmente arginabile».
«Sulla cessione dei crediti – scrive nella nota la Senese – come sottolineato dal Segretario generale della FenealUil, Vito Panzarella, siamo sicuramente contrari ad una eccessiva limitazione per questo riteniamo urgente intervenire per non limitare un meccanismo che può consentire anche ai meno abbienti di accedere agli incentivi e migliorare la qualità di vita propria e del Paese. Per questo aspettiamo che il Governo trovi il modo di dare una risposta strutturale al problema al fine di sbloccare i crediti ed evitare l’esplosione di una tensione sociale inevitabile davanti ad un settore fatto di imprese e lavoratori disperati». «La Calabria, – scrive – che ieri ha visto approdare in commissione e immediatamente rinviare una proposta finalizzata a regolamentare l’acquisizione dei crediti fiscali legati ai bonus edilizi, è solo una delle regioni italiane che – dopo la provincia di Treviso – si è mossa su questo percorso che potrebbe essere condivisibile se partecipato con tutti gli attori sociali interessati. Quello che stupisce, invece, è il fatto che le organizzazioni sindacali di categoria – da sempre esplicitamente in campo per evitare pesanti ricadute occupazionali legati ad un sistema che si è inceppato bruscamente – non siano state convocate al tavolo della discussione davanti ai componenti della quarta commissione del Consiglio regionale». «Riteniamo sbagliato chiudersi al confronto, profondamente sbagliato non ascoltare le ragioni del Sindacato – conclude la Senese – che vive, quotidianamente, le preoccupazioni di migliaia di lavoratori edili in tensione per il futuro delle aziende nelle quali prestano la loro manodopera e, di certo, potrebbe offrire spunti importanti per emendare un provvedimento che, sempre che il Governo non decida di mettersi di traverso, potrebbe rappresentare una boccata di ossigeno per un settore ad elevato rischio di rallentamento produttivo ed occupazionale».
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