CATANZARO «Assenza delle accelerazioni attese» e perduranti ritardi nell’uso dei fondi europei e di quelli del programma Next generation Eu e del Pnrr. Lo segnala la Procura regionale della Corte dei Conti nella relazione per l’anno giudiziario 2023: nel dettaglio, la relazione analizza gli effetti, sostanzialmente ininfluenti in termini di accelerazione della spesa, della deroga introdotta dal cosiddetto “Decreto Semplificazione” del 2020 che ha escluso che “potessero essere convenuti in giudizio i titolari del potere/dovere di gestire procedure, curare la regolare realizzazione dei procedimenti e adottare atti strumentali che abbiano causato un danno per colpa grave”. Due i “panel di osservazione” del procuratore contabile Palma: il territorio regionale «così come indagato» in occasione della recente parifica del rendiconto della regione Calabria e l’intero territorio nazionale in relazione all’esito del controllo concomitante operato dalla sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato in ordine alle iniziative avviate nell’ambito del Pnrr. «In entrambi i casi – spiega la Procura contabile della Calabria – gli esiti indicano l’assenza delle accelerazioni attese e anzi la conferma delle cause endemiche al sistema amministrativo nazionale oggi ancora più evidenti a fronte dell’espressa richiesta dell’Ue di particolare attenzione sulla rapidità della spesa e sul corretto usio delle risorse assegnate».
«I dati sono certamente significativi», sottolinea la Corte dei Conti che cita l’analisi della sezione regionale di controllo in sede di parifica del rendiconto 2021 della Regione che «evidenzia l’assenza di alcuna accelerazione di spesa specie in funzione delle disponibilità fornite dai diversi programmi operativi europei e nazionali e di quelle del Programma Next Generation Eu e del Pnrr: in sede di parifica – ricorda la Procura contabile calabrese- è emerso che, con riferimento al Por 2014-2020 i riscontri lasciano «presagire il mancato raggiungimento nel 2023 del target del 100%», aggiungendo poi che «nei primi nove mesi del 2022 gli impegni assunti hanno fatto registrare un incremento di poco inferiore a 197 milioni, mentre i pagamenti hanno registrato un incremento pari a circa 148 milioni determinando in termini percentuali un aumento dal 48% al 55,09% mantenendo il livello percentuale oggettivamente critico». La relazione quindi prosegue: «Proprio gli indicatori fisici regionali sull’avanzamento della spesa confermano che, al di là della natura nazionale o eurocomunitaria dei fondi, la vigenza ormai triennale della norma non ha reso in alcun modo più fluida la gestione dei procedimenti per la realizzazione delle iniziative in capo alla Regione». (c. a.)
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