ROMA Nei campi di detenzione in Libia, ma non solo, ci sono 685 mila migranti irregolari pronti a partire per sbarcare sulle coste italiane. E’ quanto sottolineerebbero, secondo il Corriere della Sera, nei rapporti settimanali sull’immigrazione che vengono mandati al governo italiano, gli apparati di sicurezza e gli analisti. La stessa cifra circolerebbe nei tavoli interministeriali che sono chiamati a occuparsi di questo tema. Per capire la dimensione dell’allarme – scrive il quotidiano – basta ricordare che in tutto il 2022 gli arrivi erano stati “appena” 104mila. È vero che l’anno scorso, specie nei primi mesi, i flussi erano ancora frenati dalla pandemia. Ma resta il fatto che solo la cifra sui possibili arrivi dalla Libia è quasi sette volte superiore. La dimensione del fenomeno farebbe inoltre scattare l’allarme trafficanti: «È chiaro che la maggior parte di quelle persone finirebbe per mettere il proprio destino nelle mani delle organizzazioni dei trafficanti e quindi degli scafisti».
Questo quadro fa il paio con le risultanze dell’ultima relazione semestrale dei servizi segreti al Parlamento, depositata due giorni dopo la tragedia dei migranti a Cutro. Nel report degli007 si segnala che «nel 2022, l’immigrazione irregolare verso l’Italia è stata caratterizzata, rispetto all’anno precedente, da un marcato aumento dei flussi su tutte le rotte marittime e terrestri. Il nostro Paese, in linea con gli anni precedenti, continua a rivelarsi la principale porta d’ingresso e transito di migranti irregolari nell’Unione Europea. Tale fenomeno, analizzato in una prospettiva olistica che ricomprende molteplici push e pull factors di lungo e medio-breve periodo, è altresì marcatamente agevolato da un attivismo criminale – di natura associativa o individuale – presente su tutte le rotte migratorie in grado di creare un ingente indotto economico che rende le relative attività di prevenzione e contrasto più ardue. Infine, le attuali aree di crisi umanitaria e di instabilità socio-politica continuano a spingere un notevole numero di persone a emigrare alla ricerca di migliori condizioni di vita».
Nel report annuale i servizi segreti inoltre osservano: «Sulla rotta del Mediterraneo orientale, seconda opzione migratoria via mare per consistenza dei flussi dopo la rotta del Mediterraneo centrale, le partenze avvengono principalmente dalla Turchia – crocevia anche per i transiti verso l’Europa lungo la rotta balcanica e, insieme alla Libia, uno dei più grandi bacini di migranti e rifugiati – nonché, nell’ultimo anno, dal Libano. Nel corso del 2022, il Libano, a causa della grave situazione economico-finanziaria nazionale, si è attestato quale nuovo Paese di partenza. Sulla rotta marittima del Mediterraneo orientale, in cui è confermato il trend in aumento del flusso verso le coste di Calabria, Puglia e Sicilia, vengono utilizzati vari tipi di imbarcazioni, prevalentemente barche a vela e da diporto, che alimentano i cosiddetti “sbarchi occulti”. Anche in questo caso, il fenomeno migratorio trova una sponda importante nell’attivismo di organizzazioni criminali dedite al favoreggiamento dell’immigrazione irregolare, principalmente curde e pakistane, con basi di supporto logistico nei principali Paesi di origine e transito dei migranti, la cui natura transnazionale rende complessa l’attività di contrasto, così come nell’utilizzo, divenuto prassi, del web e dei social network da parte degli stessi sodalizi per pubblicizzare i viaggi e i relativi servizi. Sulla rotta balcanica terrestre, caratterizzata da un elevato numero dei rintracci di migranti irregolari, specie sul confine italo-sloveno, transitano, oltre a pakistani, bangladesi, afghani, indiani e nepalesi, anche soggetti di origine nord-africana. Tale eterogeneità – spiegano gli 007 italiani – corrisponde a una realtà criminale altrettanto varia, composta prevalentemente da micro-gruppi e singoli facilitatori con un basso profilo organizzativo, che semplificano il trasferimento dei migranti in relazione a singole tratte circoscritte». (redazione@corrierecal.it)
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