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La decisione

‘Ndrangheta stragista, «l’intercettazione prova» tra Adornato e Ferraro entra nel processo – VIDEO

La Corte d’assise d’appello di Reggio accoglie l’istanza del pm Lombardo. I due parlano dei rapporti tra Cosa Nostra e ‘ndrine

Pubblicato il: 13/03/2023 – 14:04
di Mariateresa Ripolo
‘Ndrangheta stragista, «l’intercettazione prova» tra Adornato e Ferraro entra nel processo – VIDEO

REGGIO CALABRIA Acquisita dalla Corte d’assise d’appello di Reggio Calabria, nell’ambito del processo “‘Ndrangheta stragista”, l’intercettazione della conversazione tra Francesco Adornato e Giuseppe Ferraro contenuta nelle carte dell’inchiesta “Hybris” contro la cosca Piromalli: «Un’intercettazione prova». Così il procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo aveva definito la conversazione avvenuta il 17 gennaio 2021 in cui Adornato, secondo gli investigatori «navigato esponente della ‘ndrangheta», e Ferraro, indagato nel procedimento, parlavano dei rapporti tra ‘Ndrangheta e Cosa nostra per l’attuazione della strategia stragista. Le stragi, si evince dalle intercettazioni, erano «dirette all’eliminazione del regime di carcere duro», il 41bis, e «si progettava di arrivare ad assassinare un ministro e fare un colpo di Stato».
Contenuti che richiamano quelli del processo che si sta celebrando in appello contro il boss palermitano Giuseppe Graviano e Rocco Santo Filippone, ritenuto espressione della cosca Piromalli di Gioia Tauro, per l’uccisione dei carabinieri Antonino Fava e Vincenzo Garofalo, trucidati il 18 gennaio 1994 in un agguato avvenuto sull’autostrada Salerno-Reggio.

L’intercettazione e la richiesta di acquisizione. «Adornato la voce dal di dentro»

È proprio il 72enne Adornato, condannato in via definitiva per mafia nel 1988, a raccontare a Ferraro che «la commissione si era riunita presso il resort “Sayonara” sito a Nicotera e che era presente Pesce ed era assente Pino Piromalli ma che quest’ultimo aveva conferito a Pesce il mandato a rappresentarlo». «Pesce, in proprio ed in nome e per conto di Piromalli, – ha aggiunto Adornato – aveva votato a favore della partecipazione alle stragi anche da parte della ‘ndrangheta». Un progetto criminale che era stato abbracciato dai Pesce e dai Piromalli, nonostante il parere contrario di Luigi Mancuso. Secondo il racconto di Adornato, infatti, «era presente anche Luigi Mancuso, esponente apicale dell’omonimo clan di Vibo Valentia, il quale, al contrario, aveva votato contro la suddetta partecipazione».
«Siamo parlando di soggetti che vivono le dinamiche di ‘ndrangheta», ha detto nel corso della scorsa udienza il procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo, che ha chiesto alla Corte presieduta da Bruno Muscolo l’acquisizione dell’intercettazione, definendola «un’intercettazione prova».
In riferimento alla figura di Adornato, Lombardo ha spiegato: «È uomo di ‘ndrangheta, non parla per sentito dire». «Io ritengo – ha detto ancora il procuratore aggiunto – che non si possa prescindere da questi contenuti».

L’intercettazione

Le difese: «Necessario chiarire il ruolo di Adornato»

Si sono opposti all’acquisizione dell’intercettazione gli avvocati Guido Contestabile e Giuseppe Aloisio, legali di Filippone e Graviano. «Credo sia una questione mediatica, solo ed esclusivamente mediatica», ha detto l’avvocato Aloisio, che ha menzionato, mettendo a disposizione della Corte, alcuni articoli di giornale datati 4 giugno 2018 che riportano la testimonianza del boss pentito Franco Pino nell’ambito del processo “‘Ndrangheta stragista” celebrato in primo grado. Pino, nel corso della sua testimonianza, aveva parlato dell’incontro al Villaggio Sayonara di Marina di Nicotera tra esponenti della ‘ndrangheta e di Cosa nostra per “ascoltare” le richieste dei Corleonesi.
«Quello che è stato rappresentato non corrisponde al vero. Non stiamo parlando di un soggetto, Adornato, che è “la voce dal di dentro” rispetto alle “dinamiche di ‘ndrangheta”», ha detto il legale di Graviano riferendosi alle parole utilizzate dal procuratore Lombardo. «Il punto è: chi è Adornato? Non sappiamo quale era il ruolo che gli è stato contestato nell’88 quando è stato condannato. Come fa questo soggetto a sapere di determinate dinamiche all’interno della cosca Piromalli? Credo – ha detto infine – non sia una intercettazione che possa dare qualcosa in più o che può essere strettamente necessaria ai fini della decisione finale».
Stesse osservazioni dall’avvocato Guido Contestabile, legale di Rocco Santo Filippone: «Non conosciamo i contorni della condanna nel 1988, conoscere la posizione di Adornato è necessario, così come è necessaria la trascrizione dell’intercettazione. Adornato dovrebbe dire chi è la propria fonte. Se è vero che è stato condannato per 416bis è anche vero che dall’88 sono passati 35 anni», ha concluso Contestabile. Una circostanza «inammissibile», ha detto Lombardo, quella che «Adornato venga davanti a voi a dire che ha svolto il ruolo di autista di Pino Piromalli».

La decisione della Corte

La Corte ha acquisito l’intercettazione e ha nominato il perito, Vincenzo Ventre, per la trascrizione che avrà inizio domani e verrà depositata il 17 marzo. La Corte, inoltre, si è riservata di decidere circa la possibilità di ascoltare Adornato all’esito dell’attività istruttoria. La prossima udienza si terrà mercoledì 15 marzo e verrà ascoltato il tenente colonnello Massimiliano Galasso che ha redatto l’informativa, depositata venerdì assieme all’intercettazione, da cui emergerebbe un riscontro alle dichiarazioni rese, nel processo di primo grado, dal collaboratore di giustizia Franco Pino. (redazione@corrierecal.it)

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