COSENZA «Come sindacato, “festeggeremo” il 1° Maggio, in una fase socio-economica difficile in cui si dovranno difendere inoccupati, disoccupati, precari, “nuovi poveri” e la platea di migliaia di giovani calabresi, molti dei quali laureati, costretti ad emigrare per poter svolgere un lavoro dignitoso, per il quale hanno dedicato sacrifici e anni di studi. Desta sconcerto apprendere che, grazie ad una delibera regionale, si elargisca l’occupazione (con scelte prioritariamente clientelari?) ad una platea di soggetti – i cosiddetti portaborse – che non risulterebbero avere competenze necessarie all’istituzione regionale». È quanto riporta una nota di Guglielmo Nucci, segretario Utl Cosenza Confederazione Ugl.
«Il governatore Occhiuto – continua la nota – ha sempre indicato meritocrazia e trasparenza quale fine della sua azione politica, non poca indignazione quindi si genera nei lavoratori che, legittimamente dovrebbero aver la priorità di inserimento in Regione, Enti locali e nelle “partecipate di interesse regionale”, destinati invece a rimanere disoccupati a lungo, ovvero ad emigrare nel migliore dei casi. Un quadro desolante: ritardi nelle stabilizzazioni di precari e tirocinanti; tempi biblici per chi in graduatoria è in attesa di assunzione (specie nella Sanità ma non solo) scarsa attenzione alle categorie protette. Questo è, da troppi anni, il panorama lavorativo calabrese – denuncia la confederazione Ugl –. Ed invece di iniziare, quantomeno, a risolvere tali problemi, cosa fa il consiglio regionale? (ma la Giunta ha le sue responsabilità) stanzia un’abnorme cifra, quasi 1 milione e mezzo di euro, e per il solo 2023 si badi, circa 45.355.62 ad ogni consigliere, come concesso con delibera n. 82 dell’Ufficio di Presidente, per assumere “collaboratori”, i cui curricola, non “coincidono adeguatamente”, per usare eufemismi, con le competenze che urgono nelle P. A., anche in riferimento ai buchi certificati da molte fonti, nelle risorse tecniche necessarie per attuare i progetti (anzi innanzitutto per redigerli) del Pnrr. Se ciò non bastasse, all’Asp di Cosenza è pronta un’altra infornata di co.co.co. con “criteri” clientelar-familistici, per cui auspichiamo che il Commissario regionale alla Sanità non faccia come gli struzzi ed intervenga per bloccarne l’iter burocratico, evitando sacrosanti ricorsi alla Magistratura (impedendo il ripetersi delle pessime iniziative dell’ex commissario La Regina, di cui l’Ugl aveva già denunziato, all’epoca, l’opacità nelle procedure). L’Utl di Cosenza “non fa sconti a nessuno” nel rilanciare le proteste che, giustamente, da molte parti, su social e media, si riversano sui partiti, siano essi di maggioranza o di presunta opposizione, per aver, ancora una volta, agito in controtendenza rispetto alle reali esigenze occupazionali. L’imponente somma stanziata in favore dei consiglieri regionali, responsabilmente sarebbe stata meglio utilizzata per stabilizzare quanti sopra citati, invece di prendere decisioni di basso livello. Auspichiamo – conclude l’Ugl – che tale penosa situazione sia denunciata anche dalle altre parti sociali, per non essere tacciate di “collusione” verso un sistema fallimentare, che provoca sconcerto ed è foriero di prossimi disastri sociali».
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