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l’intervento

«Il ponte di Longobucco non aveva fondamenta, ma è assurdo che per le norme dell’epoca non erano necessarie»

Occhiuto ad “Agorà”: «In Calabria strade pericolose perché costruite in alvei di fiumi tombati». «Giusto nominare Bonaccini per ricostruire l’Emilia»

Pubblicato il: 24/05/2023 – 11:03
«Il ponte di Longobucco non aveva fondamenta, ma è assurdo che per le norme dell’epoca non erano necessarie»

«Ho fatto una verifica con gli uffici regionali perché era un ponte recente, costruito solo 9 anni prima, e ho visto che questo ponte non aveva l’ancoraggio di 20 metri sotto il terreo, praticamente non aveva fondamenta. La cosa assurda è che nella normativa del tempo, e probabilmente anche in quella attuale, non è previsto che i ponti con i piloni negli alvei debbano avere necessariamente questo ancoraggio di 20 metri. È una cosa assurda e dimostra la scarsa attenzione che in questo Paese c’è stata sul tema della sicurezza delle opere pubbliche e anche sul tema della messa in sicurezza del territorio».  Lo ha riferito il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, con riferimento al viadotto della Sila Mare crollato a Longobucco nelle scorse settimane, intervenendo questa mattina di “Agorà su Rai3, nel corso coi una puntata dedicata all’alluvione in Emilia Romagna.

L’alluvione in Emilia Romagna

Il tema della discussione ad “Agorà” è se disastri come quello emiliano siano dovuti al cambiamento climatico o all’incuria dell’uomo: «Credo – ha esordito Occhiuto – sia frutto di entrambe le cose, che ci siano fenomeni avversi così frequenti negli ultimi tempi dimostra che effettivamente il cambiamento climatico incide. Che ci siano poi danni così consistenti è l’effetto che c’è una insufficiente manutenzione del territorio che non è dovuta solo a una incapacità istituzionale ma è dovuta al fatto che non c’è più l’uomo in molti posti: molte zone di montagna si stanno spopolando e quando non c’è l’uomo non c’è la manutenzione quotidiana del territorio. In Calabria sto supplendo allo spopolamento facendo la pulizia straordinaria dei fiumi, la Calabria è una delle regioni con più montagne, quindi il territorio è continuamente monitorato ma è difficile fare manutenzione dei luoghi dove non c’è più l’uomo. E quindi la manutenzione devono farla i Comuni, le Regioni, le istituzioni che governano i territori». Con riferimento al tema della possibile nomina del presidente della Regione Bonaccini a commissario Occhiuto si è disallineato da alcuni alleati del centrodestra, come la Lega di Salvini, che sono contrari: «Non ho difficoltà a dire che ha ragione Bonaccini, l’attività di ricostruzione deve’essere svolta in sintonia con gli uffici della Regione. Allora nominare come commissario per la ricostruzione il presidente della Regione mi sembra la cosa più logica. E’ tra l’altro un modello già applicato all’epoca della ricostruzione post terremoto e che ha funzionato. E’ vero che questi eventi hanno interessato evento ha interessato anche Marche e Toscana e quindi si tratta di capire come si può fare per nominare un commissario che si faccia carico della ricostruzione anche di altre regioni. Il governo – ha sostenuto il presidente della Regione – non ha bisogno dei miei consigli perché per ammissione di Bonaccini è intervenuto con grande tempestività, con un decreto che ha anche risorse importanti, però io al posto del governo non avrei esitazione a ritenere Bonaccini la persona giusta per occuparsi della ricostruzione della sua regione».

Il crollo del ponte di Longobucco

Il sopralluogo di Occhiuto a Longobucco

“Agorà” quindi propone una servizio sulla “confessione” dell’ex ad di Edizione, Mion, sul fatto che si sapeva dal 2010 che il Ponte Morandi di Genova avesse un difetto di progettazione. «Mi hanno impressionato, purtroppo – ha commentato Occhiuto – non mi hanno stupito moltissimo. Il Ponte sullo Stretto non c’entra nulla con il Ponte Morandi: se un ponte non è stato costruito bene la soluzione non è non costruire altri ponti, soprattutto una infrastruttura così importante come il Ponte sullo Stretto, ma è fare gli altri ponti bene. Vorrei raccontare una cosa con riferimento a quel ponte crollato nella mia regione. Ho fatto una verifica con gli uffici regionali perché era un ponte recente, costruito solo 9 anni prima, e ho visto che questo ponte non aveva l’ancoraggio di 20 metri sotto il terreo, praticamente non aveva fondamenta. La cosa assurda è che nella normativa del tempo, e probabilmente anche in quella attuale, non è previsto che i ponti con i piloni negli alvei debbano avere necessariamente questo ancoraggio di 20 metri. È una cosa assurda e dimostra la scarsa attenzione che in questo Paese c’è stata sul tema della sicurezza delle opere pubbliche e anche sul tema della messa in sicurezza del territorio. Io credo che per decenni non c’è stata una cultura della difesa dell’ambiente nelle scelte politiche locali: nella mia regione ho strade che sono state costruite nell’alveo dei fiumi che sono stati tombati e quindi sono estremamente pericolose. Poi – ha evidenziato il presidente della Regione – c’è anche un ambientalismo più straccione, un ambientalismo che ostacola le grandi opere di manutenzione del territorio. Però recuperare la cultura dell’ambiente nella realizzazione di infrastrutture importanti per il paese e recuperarla anche nelle scelte politiche locali che devono considerare l’ambiente come una variabile importante, decisiva, credo che sia da porre in cima alle scelte politiche locali».

Ponte e Alta velocità

Il dibattito con gli altri ospiti si concentra più in generale sul tema delle infrastrutture, a partire dal Ponte sullo Stretto. «All’epoca della costruzione dell’autostrada – ha ricordato Occhiuto – tanti dicevano “ma questi sono matti, fanno l’autostrada e poi mancano le strade”, poi siccome è stata fatta l’autostrada sono state fatte anche le strade. Il Ponte è un grande attrattore di altre opere infrastrutturali: lo sto vedendo nella mia regione, sono riuscito a d avere 3 miliardi per la Statale 106 perché ho detto che il Ponte non può essere una cattedrale nel deserto ma occorre fare le opere complementari, se si fa il Ponte si fanno anche le altre opere, anche l’Alta velocità e l’Alta capacità ferroviaria. Collegare con l’Alta velocità una regione come la Calabria con 1,8 milioni di abitanti probabilmente può essere ritenuto antieconomico, collegare due regioni che insieme fanno sei milioni di abitanti è più sostenibile. I dati sui flussi dovrebbero essere studiati studiando quello che sta accadendo nel Mediterraneo. Nella mia regione ho il primo porto d’Italia, il porto di Gioia Tauro, è diventato il primo porto d’Italia perché il Mediterraneo è diventato il centro della logistica mondiale. Il  porto di Gioia Tauro, da dove ho fatto partite i treni, non ha l’alta capacità ferroviaria: quindi – ha concluso il presidente della Regione – se interveniamo attraverso il Ponte accelerando l’Alta velocità e l’Alta capacità possiamo davvero fare delle regioni del Sud l’hub dell’Europa del Mediterraneo, con vantaggi importanti dal punto di vista della logistica in tutto il Paese». (c. a.)

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