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L’alluvione in Emilia Romagna

Occhiuto: «Illogico che Bonaccini non sia il commissario»

Il governatore a La Repubblica: «Gestione più favorevole da quando mi occupo di Sanità in Calabria»

Pubblicato il: 25/05/2023 – 7:47
Occhiuto: «Illogico che Bonaccini non sia il commissario»

ROMA Roberto Occhiuto, governatore della Calabria ed esponente di Forza Italia, ha espresso chiaramente la convinzione che Bonaccini debba fare il commissario per la ricostruzione dopo l’alluvione in Emilia Romagna. «È semplicemente una constatazione che nasce dal fatto che chiunque si occupi di ricostruzione deve farlo in un contesto di norme, di attività, di adeguamento di strumenti di programmazione che non può prescindere dalla Regione. La cosa più logica è che sia Bonaccini a occuparsene. Ci sono esempi, d’altra parte, che corroborano questa tesi», ha detto Occhiuto in un’intervista al quotidiano La Repubblica. Secondo il governatore della Calabria, «è dimostrato che le cose hanno funzionato meglio quando sono stati nominati come commissari i presidenti di Regione». «È successo per il post-terremoto in Emilia ma anche per la Sanità in Calabria: per dodici anni sono arrivati qui commissari di governo che sono entrati in conflitto con la Regione. Da un anno il commissario è il governatore della Calabria, cioè il sottoscritto, la coincidenza ha reso più favorevole la gestione», ha precisato Occhiuto. «In Calabria devo essere preoccupato per la siccità e, se ci sarà pioggia, per gli eventi avversi che questi potranno causare. Molti di questi problemi dipendono dal fatto che le zone montane hanno subito un progressivo spopolamento. Laddove non c’è l’uomo a fare manutenzione del territorio, tutto è più difficile. Io mi occupo costantemente della pulizia dei corsi fluviali – ha detto ancora Occhiuto –. Ma purtroppo per decenni non c’è stata alcuna attenzione verso questo problema da parte dei sindaci: alcuni Comuni hanno realizzato strade sul letto dei fiumi. E poi c’è stato un falso ambientalismo che ha contrastato opere che potevano servire a ridurre il rischio ambientale: dighe e altre infrastrutture straordinarie e necessarie». 

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