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«Questo regionalismo differenziato è una vera federazione»

La maggioranza di governo procede con difficoltà. Nessun governo ha mai avuto strade spianate.L’attuale compagine ha di suo la determinazione della presidente del consiglio, una sicurezza che a vo…

Pubblicato il: 29/05/2023 – 7:38
di Mario Tassone
«Questo regionalismo differenziato è una vera federazione»

La maggioranza di governo procede con difficoltà. Nessun governo ha mai avuto strade spianate.
L’attuale compagine ha di suo la determinazione della presidente del consiglio, una sicurezza che a volte sconfina nell’ottimismo da copione. Nessuno chiede ad esecutivi debolezze difronte agli eventi: sarebbe sconveniente.
Quello che si pretende in una democrazia, anche in affanno come la nostra, una assunzione di responsabilità su temi che non riguardano specifici settori della società, ma investono la natura stessa della nostra Repubblica.
La maggioranza di governo sta occultando la portata del provvedimento sul “regionalismo differenziato”.
Su questo tema si gioca non soltanto la tenuta di una coalizione ma l’identità della Nazione .
Con il regionalismo differenziato ritorna, in una forma apparentemente più presentabile, il disegno originario della Lega del Nord di Bossi, quello di Roma ladrona, dell’autonomia del Nord: convoglio che deve procedere speditamente perciò sganciato dal Sud.
Il regionalismo così come configurato dal disegno di legge è di fatto una federazione.
L’Unità dell’Italia si sperde in una Repubblica fatta da più stati e da più “patrie”.
I patrioti richiamati dall’on.Meloni sarebbero tanti con casacche diverse portatori di interessi….diversi (ecco perché si chiama autonomia differenziata).
Quante autonomie indipendenti senza controllo in questa Italia, quante autorità false, perché non espressione dal voto popolare ,che governano il Paese.
Tutta la disquisizione tra spese storica, spesa standard, i Livelli Essenziali di Prestazioni- LEP e qualche aggiustamento di facciata proposto sono di poco conto, difronte l’azzeramento della Politica e la liquidazione definitiva del Parlamento.
C’è qualche commentatore che parla di terza repubblica. Giochiamo con “slogan” senza capirne il senso e i guasti che arrecano.
In questi giorni evocando la prima guerra mondiale e Il ritorno all’Italia di Trento e Trieste qualcuno ha parlato del completamento delle guerre risorgimentali. Con l’autonomia differenziata sarebbe un “ricorso della storia”: la fine dell’Unita’ conquistata con tanto sangue. Riforme costituzionali. Riforme elettorali.
Passaggi epocali non si fanno con colpi di mano ma attraverso una Assemblea Costituente.
Intanto bisogna rimuovere dalla Costituzione la riforma sulle autonomie della sinistra e dalla Lega del 2001.
Tanti sono gli adempimenti che una maggioranza di governo non può fare democraticamente se non attraverso una forzatura: un eufemismo garbato che non allontana sospetti e preoccupazioni; sicuramente un provvedimento fondamentale come la riforma della Costituzione non può che essere fatto da una Assemblea Costituente.

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