AFRICO È una Africo blindatissima quella che ha accolto questa mattina il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. In prima fila, insieme a lui sul palco, il comandante generale dell’Arma il generale di Corpo d’Armata Teo Luzi, il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro, il presidente della Regione Roberto Occhiuto, il comandante provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria il colonnello Marco Guerrini, il prefetto di Reggio Calabria Massimo Mariani, il sindaco Domenico Modafferi. Al seguito diversi rappresentanti istituzionali e militari, regionali e nazionali. L’assenza della premier Giorgia Meloni era stata anticipata nelle ore scorse e confermata dal mancato comunicato che di consueto viene emesso in caso di visita, dopo il frettoloso annuncio della presenza della leader di Fratelli d’Italia da parte del primo cittadino (con conseguente smentita). L’occasione è assai significativa: l’inaugurazione della nuova caserma dei carabinieri del centro aspromontano, là dove la presenza asfissiante della ‘ndrangheta viene raccontata dalle centinaia di pagine delle inchieste della Dda reggina e non solo. Investigatori di tutto il mondo hanno cooperato per chiudere il cerchio sull’inchiesta “Eureka”, che lo scorso 3 maggio ha portato a 108 arresti e che ha permesso, tra le altre cose, di ricostruire la fuga di Rocco Morabito, tra i più importanti trafficanti internazionali di droga al mondo ed esponente di spicco della ‘ndrangheta di Africo.
Nelle disponibilità prima del Comune e poi della Diocesi, la nuova stazione dei carabinieri si trova in un immobile confiscato alla ‘ndrangheta, una villetta a due piani di cinquecento metri quadrati confiscata nel 2005 alla cosca Morabito-Palamara-Bruzzaniti. Nel 2007 l’edificio venne assegnato al Comune, che lo trasferì alla Diocesi di Locri per farne un centro di aggregazione. Nel 2016 la struttura venne inaugurata come Centro, che però non ha mai avviato la sua attività. Nel 2021 i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno chiesto alla Curia vescovile di Locri ed alla Commissione straordinaria che all’epoca gestiva il Comune l’assegnazione dell’immobile per realizzarvi la nuova caserma. A quel punto è intervenuta la Regione, che ha finanziato la ristrutturazione dell’immobile. In attesa della definizione della procedura e per non lasciare mai il territorio senza un presidio dell’Arma, i carabinieri hanno utilizzato come Stazione prima la vecchia struttura, chiusa parzialmente poiché pericolante, e da dicembre scorso i nuovi locali, la cui ristrutturazione si è conclusa. La Stazione, inoltre, è stata riportata al suo organico completo da parte del Comando Legione Calabria. (redazione@corrierecal.it)
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