SAN DEMETRIO CORONE Grave atto intimidatorio nei confronti del sindaco di San Demetrio Corone, Ernesto Madeo. A denunciare il fatto inquietante è l’amministrazione comunale del piccolo comune arbëreshe del Cosentino. La notte del 3 giugno scorso, ignoti hanno esploso sette colpi d’arma da fuoco all’indirizzo delle vetrate dell’Accademia del Gusto, luogo simbolo della politica del fare del sindaco, mandandole in frantumi. «Un grave atto intimidatorio – riporta la nota dell’amministrazione comunale – che ferisce la nostra comunità in maniera indelebile e che non colpisce solo il sindaco, ma l’intero paese, mai all’attenzione delle cronache giudiziarie. La nostra amministrazione comunale, insediatasi da un anno e sette mesi, che fa del rispetto della legalità e del dialogo sano con i cittadini il fondamento della propria azione amministrativa e politica, non si farà certo condizionare, ma chiede un forte sostegno alla cittadinanza ed a tutte le forze politiche, sociali, economiche e sindacali che operano nel territorio. Uniti, non consentiremo a chi vuole minare la stabilità del nostro paese di riuscire nel suo intento.
Confidiamo nell’operato prezioso delle Forze dell’Ordine, prontamente intervenute sul posto e ci auguriamo che i responsabili dell’atto delinquenziale vengano presto assicurati alla giustizia, ringraziando sin d’ora il Capitano dei Carabinieri della Compagnia di San Marco, il Maresciallo Palazzo Comandante della stazione dei Carabinieri di San Demetrio Corone e tutti gli agenti che nella giornata di ieri hanno operato nell’interesse del nostro paese e della giustizia. Carissimi cittadini, non arretreremo minimamente rispetto a quello che è il nostro programma politico, condiviso con tutta la comunità. Insieme a tutti Voi, guardiamo con fiducia al futuro, e ripudiamo tali gesti, che non possono trovare accoglienza in una comunità civile, che in ogni epoca, si è battuta per la Libertà e la Democrazia. Il linguaggio della violenza, delle armi, non ci appartiene, lo rimandiamo al mittente, disdegnandolo e ripundiandolo. Una risposta forte, sarà l’additivo giusto che ci consentirà di sconfiggere la violenza e di rispondere con la politica del fare al fuoco delle armi».
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