CATANZARO Dalla cura delle mani a quello dello spirito. Le donne che sono state vittime di violenza, fisica e psicologica, hanno bisogno di ritrovarsi accolte e comprese, di andare oltre il vissuto emotivo correlato al senso di impotenza e fragilità, per trovare la prospettiva di futuro. Un futuro possibile, e quindi diverso da quello che sarebbe rimasto al buio della violenza, che passa dall’autodeterminazione e da una occupazione stabile. Attraverso il progetto “Diamoci una mano”, la Casa Rifugio “Mondo Rosa” del Centro Calabrese di solidarietà si pone come obiettivo proprio questo ambizioso traguardo: attraverso un corso finalizzato a far apprendere come eseguire professionalmente una perfetta manicure estetica e pedicure è propedeutico anche all’apprendimento della tecnica del semipermanente, le donne che parteciperanno avranno gli strumenti per individuare un percorso lavorativo che le renda e indipendenti e sicure di sé. Il progetto è finanziato dalla Regione Calabria, grazie alla ripartizione delle risorse del “fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità, DPCM 16.11.2021. “Le mani sono un aspetto sempre più importante nella cura della persona, è un atto d’amore verso se stessi e gli altri. Le mani sono sottoposte a tutte le aggressioni esterne: freddo, caldo, detersivi, lavori domestici, e sono le prime a mostrare segni di fatica. Per questo bisogna averne cura – spiega la referente del progetto, Katia Vitale -. Il corso finalizzato a far apprendere come eseguire professionalmente una perfetta manicure estetica e pedicure è propedeutico anche all’apprendimento della tecnica del semipermanente. Le allieve riceveranno nozioni teoriche, quali l’anatomia della mano e la fisiologia e patologie delle unghie, per poi passare alla parte pratica dove andranno a realizzare in modo professionale i trattamenti, partendo dal taglio e limatura dell’unghia fino all’applicazione dello smalto. Al termine del corso le allieve saranno in grado di realizzare la manicure idonea alla forma della mano e dell’unghia della cliente, rimuovere dove serve le antiestetiche cuticole ma soprattutto anche riconoscere eventuali patologie dell’unghia potendo così sapere se la cliente può essere trattata o se le si deve consigliare una visita medica specialistica”. Il progetto, che ha una durata di 12 mesi, quindi ha l’obiettivo specifico di favorire l’empowerment economico e sociale attraverso il rafforzamento delle competenze professionali, diminuendo così l’insicurezza personale e occupazionale e favorendone l’integrazione nella società civile delle beneficiarie svantaggiate. Per finalizzare quest’obiettivo, verrà offerto alle beneficiarie un percorso di orientamento e bilancio delle competenze e un corso di formazione. “L’esperienza maturata in questi anni di gestione della Casa Rifugio, ci permette di sostenere con forza la necessità di voler continuare ad investire in un progetto finalizzato a potenziare azioni di sostegno territoriale per garantire alle donne la fattiva possibilità di uscita dalla violenza – afferma ancora Vitale -. Il punto centrale del progetto è la competenza del personale impiegato nell’ ascoltare e raccogliere, nel lavoro con le donne che subiscono violenza e maltrattamenti, le difficoltà a nominare i propri vissuti, le disparità relazionali ricorrenti, le risposte ricevute dalle proprie reti informali e formali. Un momento cardine diviene il metodo centrato su un percorso individualizzato che parte dal dare credito al racconto della donna e dalla fiducia costruita nella relazione. Si tratta di offrire prestazioni trasformate in relazioni”.
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