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la fine di un’era

Berlusconi e la Calabria: 30 anni di storia politica nella regione “feudo” del Cavaliere

Da Gegè Caligiuri alla Santelli, da Occhiuto alla Fascina: tanti i personaggi e le vicende che legano il leader azzurro alla nostra terra

Pubblicato il: 12/06/2023 – 12:31
di Antonio Cantisani
Berlusconi e la Calabria: 30 anni di storia politica nella regione “feudo” del Cavaliere

CATANZARO La fine di un’era, anche per la Calabria. La scomparsa di Silvio Berlusconi è una notizia che fa correre velocemente all’indietro le lancette del tempo fino a metà degli anni ’90, segnatamente al 1994, quando anche la politica calabrese venne terremotata dalla discesa in campo del Cavaliere. Così come sarebbe avvenuto a livello nazionale, infatti, l’impegno diretto di Berlusconi con la nascita di Forza Italia e, di conseguenza, della nuova versione del centrodestra di governo mise fine a decenni di predominio democristiano e socialista nel contesto regionale, aprendo varchi e spazi impensabili fino a qualche tempo prima per diversi esponenti politici e soprattutto della società civile ma anche per alcuni partiti tenuti sempre ai margini del quadro politico e istituzionale.

Silvio Berlusconi con Jole Santelli nella campagna elettorale per le Regionali

Il marchio Forza Italia sulla Regione

Sono gli albori “ruggenti” di Forza Italia grazie al braccio operativo di Publitalia e a plenipotenziari come Marcello dell’Utri, che in Calabria trovò sponda in berlusconiani della primissima ora, come Giovambattista Caligiuri, il proto-azzurro per eccellenza. I dati statistici mostrano che alle prime Politiche con il Cavaliere candidato premier e con la nuova legge elettorale maggioritaria in Calabria il centrodestra non sfondò, nel senso che la gran parte dei collegi di Camera e Senato andarono ai Progressisti, ma il seme anche nella nostra regione era ormai stato lanciato e da quella tornata elettorale Forza Italia divenne per Berlusconi un “forziere” di voti e un bacino di consensi che avrebbe sempre registrato percentuali a due cifre, anche negli ultimi anni del tramonto complessivo del partito azzurro a causa dell’appannamento dello stesso leader. Perché nel centrodestra in Calabria la parola finale e le scelte sono state sempre appannaggio, in via prioritaria e a volte persino esclusiva, di Berlusconi e di Forza Italia. E così alla Regione già nel 1995 arrivò la prima zampata degli azzurri, che eleggeranno governatore il professore Pino Nisticò, poi nel 1996 avvicendato dallo stesso Caligiuri.

A seguire gli anni del “ribaltone” con la parentesi del centrosinistra a trazione Gigi Meduri ma nel 2000 ecco dal cilindro di Berlusconi Peppino Chiaravalloti, governatore a sorpresa individuato nei ranghi della magistratura. E sarà sempre Berlusconi, quale leader del centrodestra, a lanciare, stavolta sotto l’egida del Popolo delle libertà, Peppe Scopelliti alla guida della Regione nel 2010 e poi nel 2020 una delle sue “fedelissime” e delle sue più riuscite “creature” politiche, Jole Santelli, di nuovo sotto il simbolo esclusivo di Forza Italia, che in Calabria sarà sempre un “feudo” per il Cavaliere e il suo partito, come dimostreranno le ultime Regionali dell’ottobre 2021 con il successo di un altro “pupillo” di Berlusconi, Roberto Occhiuto. Sia con la Santelli che con Occhiuto i giornalisti ricordano le puntuali telefonate di Berlusconi al culmine delle feste per le vittoria elettorali, a sottolineare la capacità di Forza Italia di eleggere figure garanzia di buongoverno, anche se nel caso della Santelli si ricorda anche una infelice battuta sessista del Cavaliere in quel di Tropea. «In 26 anni non me l’ha mai data», disse Berlusconi scatenando un vespaio di polemiche.

Giuseppe Scopelliti e Silvio Berlusconi

Con il Cavaliere il primo Cdm in Calabria

Berlusconi al termine del Cdm a Reggio Calabria nel 2010

Ma Berlusconi aveva una forza e un appeal, anche in Calabria, che andavano oltre ogni cosa e ogni catalogazione, come puntualmente si confermava nelle – per la verità rare – occasioni in cui il Cavaliere si è fatto vedere dalle nostre parti: ma quelle poche volte hanno lasciato il segno, come alla fine di marzo 2008 a Catanzaro, vigilia di Politiche e solito bagno di folla e solito show sui gradini del Teatro Comunale, tra una folla oceanica entusiasta, estasiata e festante come poche volte si è visto in Calabria. Ma Berlusconi è stato anche il primo premier a scegliere la Calabria come sede di un Consiglio dei ministri straordinario: avvenne nel 2010 per presentare un pacchetto di misure contro la mafia, per annunciare l’inserimento della parola “’ndrangheta” nel codice penale e per aprire in riva allo Stretto l’Agenzia per i beni sequestrati e confiscati alle cosche. Con il senno di poi non fu molto altro che una passerella, ma gli altri due premier che l’hanno scimmiottato – Giuseppe Conte per la sanità e Giorgia Meloni per l’immigrazione dopo la strage di Cutro – hanno fatto molto ma molto peggio.

Marta Fascina con il Cavaliere

Per dire di un “peso” che comunque Berlusconi ha avuto in e per la Calabria, “peso” che si intravvedeva anche da alcuni segnali, come il costante accostamento del nome di uno dei suoi medici, Bernardo Misaggi, con sangue calabrese, ogni qualvolta si profilava una difficoltà a trovare un candidato presidente per la Calabria. Un “peso” che però ultimamente si era fatto di nuovo più concreto e consistente perché al fianco del Cavaliere ecco arrivare l’ultima compagna, Marta Fascina, originaria di Melito Porto Salvo e ora depositaria dell’eredità anche politica di Berlusconi.

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