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I “veleni” nel Sin di Crotone-Cassano-Cerchiara: un dramma silenzioso tra “eccessi di rischio” e inerzie

Allarmanti i dati contenuti nella mozione regionale: +6,7% di mortalità prematura per i maschi e +10,8% per le donne. Pressing sul governo

Pubblicato il: 25/06/2023 – 17:11
I “veleni” nel Sin di Crotone-Cassano-Cerchiara: un dramma silenzioso tra “eccessi di rischio” e inerzie

È un dramma silenzioso e molto doloroso. Un dramma ambientale e sanitario, e quindi anche sociale che si sta consumando nella sostanziale inerzia istituzionale. Soprattutto a livello centrale. È tutto questo, la storia del Sin (sito di interesse nazionale) di Crotone-Cassano-Cerchiara, area definita contaminata e classificata pericolosa dallo Stato tanto da richiedere interventi di bonifica del suolo, del sottosuolo e delle acque superficiali e sotterranee: a rendere la vicenda ancora più preoccupante la volontà dell’Eni di “tombare” a Crotone e non fuori Calabria i rifiuti della bonifica del sito industriale pitagorico. Il Corriere della Calabria si è occupato spesso di questo tema (qui) e ora anche la politica calabrese si è attivata, in maniera bipartisan, con una mozione approvata nell’ultima seduta del Consiglio regionale. La mozione, letta in aula dalla consigliere regionale del Pd Amalia Bruni, snocciola dai inquietanti e allarmanti sui rischi per la salute in questa vastissima area, con particolare concentrazione a Crotone. Nel sito – si legge nella mozione – «il tasso standardizzato di mortalità prematura per malattie croniche mostra, rispetto al riferimento regionale un aumento pari al +6.7% nei maschi e +10.8% nelle femmine», e ancora «in Calabria, ad oggi, il problema del Sin di Crotone non è mai stato risolto». 

Le tappe

Nella mozione, sottoscritta anche da tutti i capigruppo di maggioranza e opposizione oltre alla Bruni (Bevacqua, Comito, Crinò, De Nisi, Gelardi, Graziano, Laghi, Lo Schioavo, Neri, Tavernise) si ripercorre anzitutto l’iter che ha portato alla istituzione del Sin di Crotone-Cassano-Cerchiara, incluso nell’elenco dei siti di bonifica di interesse nazionale dal Dm numero 468/2001 e con Dm 26 novembre 2002 è stata individuata la perimetrazione ai sensi dell’articolo 1 comma 4 della legge 426/199. «Il 29 settembre 2017 – ripercorre il testo –  presso il Ministero dell’Ambiente, si è svolta la conferenza dei servizi al fine di esaminare la proposta della Regione Calabria sulla ridefinizione del perimetro del sito di bonifica. Cn decreto 9 novembre 2017 del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare è stato ridefinito il perimetro. L’area perimetrata a terra ricadente all’interno del Comune di Crotone è pari a circa 834 Ha e quella perimetrata a mare è pari a circa 1448 Ha. È stata prevista la bonifica dell’area industriale in questione riconosciuta anche da una sentenza del Tribunale di Milano passata in giudicato che ha condannato Eni al pagamento della somma di 72 milioni di euro, già versata al Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, per il danno ambientale provocato al sopracitato Sin.  Nel 2019 venne stipulato il Progetto operativo di bonifica (Pob) Fase 2 che prevedeva, da parte di Eni, l’asporto ed il trasferimento, fuori dalla Regione Calabria, di tutti i rifiuti della bonifica pericolosi per la salute pubblica. Nonostante tale accordo, Eni proponeva, invece, in un secondo momento, di “tombare” parte del sito industriale trasferendo il resto a distanza di pochi chilometri, ovvero in una discarica privata detta Columbra, adiacente tre zone abitate: il centro della Città di Crotone, il quartiere conosciuto come Papanice, il Comune di Cutro. Il Ministero interrogato ha convocato una Conferenza dei servizi per il 9 febbraio 2023 avente ad oggetto “Variante al Pob fase 2 -realizzazione di una discarica di scopo per rifiuti Tenorm con amianto derivante dalle operazioni di bonifica della discarica ex Fosfotec “Farina-Trappeto” all’interno del sito Eni Rewind di Crotone. A questa conferenza le istituzioni locali (Regione, Comune e Provincia di Crotone) e gli enti tecnici hanno confermato il deliberato preso con la conferenza dei servizi decisoria e cioè che i rifiuti debbano essere trasportati fuori dal territorio regionale. Eni ha contestato il verbale di diniego alla modifica dell’intervento già deliberato».

Lo studio “Sentieri”

La mozione quindi fa riferimento allo studio “Sentieri”, promosso dall’Istituto Superiore di Sanità di concerto con il Ministero della Salute e il Ministero dell’Ambiente), che è una rilevazione sistematica e longitudinale dei dati di mortalità e ospedalizzazione, e più recentemente anche delle anomalie congenite (Ac) delle popolazioni residenti nei siti di interesse per le bonifiche. E dallo studio sarebbero emersi dati drammatici. «Le principali contaminazioni rilevate nell’ambito del Sin calabrese di Crotone Cassano e Cerchiara – spiega la mozione – sono da metalli pesanti come arsenico, cadmio, mercurio, piombo, zinco e non, composti inorganici, composti organici dei vari natura, ivi inclusi gli alifatici clorati, materie prime di natura chimica e metallurgica, residui di lavorazione ad elevato contenuto di radioattività. Sono stati osservati eccessi di rischio in entrambi i generi per la mortalità generale e per tutti i tumori maligni in Crotone. In particolare su Crotone la mortalità per cause con evidenza a priori di associazione con le fonti di esposizione ambientale risulta in eccesso per il tumore epatico e nei soli maschi un eccesso di tumori allo stomaco, linfomi e tumore della vescica e nelle femmine tumore della mammella, eccessi di rischio per la mortalità in generale e per le malattie del sistema cardiocircolatorio e per tumori nei soli maschi, sono stati osservati in Cassano e Cerchiara. In Cassano e Cerchiara è riportata la mortalità per cause con evidenza a priori di associazione con le fonti di esposizione ambientale in eccesso per il tumore epatico in entrambi i generi. Tutti i tumori in età giovanile dai 0 ai 29 anni nei due comuni di Cerchiara e Cassano provocano un eccesso di ricoveri. L’eccesso di mortalità tumorale si osserva da un lungo periodo e i valori di mortalità e ospedalizzazione mostrano un rischio superiore all’atteso per tumori epatici in entrambi i generi, tumore mammario femminile e neoplasia vescicale e linfomi non Hodgkin nei maschi. Gli eccessi dei tumori procedono di pari passo alle ospedalizzazioni – nell’ambito del wp5 epidemiologia molecolare del progetto Cisas al fine di valutare fra inquinanti ambientali e salute umana, lo studio sui bambini appena nati ha stabilito che i fattori inquinanti influenzano la crescita, ma anche lo sviluppo del feto». La mozione poi evidenzia che «i Comuni di Cassano allo Ionio e Cerchiara hanno un alto livello dell’indice di deprivazione socio-economica (fonte Sentieri, 2023) mentre il Comune di Crotone ha un livello di deprivazione intermedio. Il 61,1% degli abitanti del sito risiede nelle sezioni di censimento ad alto livello di deprivazione, il tasso standardizzato di mortalità prematura per malattie croniche mostra, rispetto al riferimento regionale un aumento pari al +6.7% nei maschi e +10.8% nelle femmine».

«La Regione vada in pressing sul governo»

Si prende dunque atto nella mozione che «in Calabria, ad oggi, il problema del Sin di Crotone non è mai stato risolto», che «numerosi commissari si sono succeduti senza trovare una soluzione», che «lo stato delle cose secondo numerosi studi comporta gravi rischi per la salute e per l’ambiente dei cittadini dei Comuni di Crotone-Cassano-Cerchiara». Da qui l’obiettivo della mozione, con cui si impegnano presidente della Giunta e Giunta regionale «a coordinare l’insieme delle istituzioni calabresi tese a contrastare anche in sede giudiziaria il tentativo dell’Eni di stravolgere il deliberato della conferenza di Servizi; a sostenere in sede governativa e nello specifico tramite il ministero dell’Ambiente, il ministero della Salute e il ministero dello Sviluppo economico le ragioni delle istituzioni calabresi; a sollecitare il governo alla nomina del commissario del Sin Calabria». (redazione@corrierecal.it)

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