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La vicenda

Caso Orlandi, parlano i fratelli di Emanuela: «Zio era via il giorno della scomparsa»

I due confutano la tesi che chiama in causa lo zio per la scomparsa nel 1983 della sorella

Pubblicato il: 11/07/2023 – 17:23
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Caso Orlandi, parlano i fratelli di Emanuela: «Zio era via il giorno della scomparsa»

ROMA «Quello che è successo ieri meritava un approfondimento perché siamo stati travolti da questa notizia. Ieri si è fatta macelleria della vita delle persone. Abbiamo appreso dal Tg di La7 che si attribuirebbero delle responsabilità della scomparsa di Emanuela allo zio. Sono stati raccontati fatti privati di Natalina Orlandi, la sua vita è stata messa in piazza e macellata. Sarebbe stata una gran cosa se qualcuno prima di quel servizio avesse deciso di fare una telefonata». Così Laura Sgrò, legale della famiglia, in merito alle notizie emerse in relazione a vicende che vedrebbero coinvolto un familiare nella sparizione di Emanuela Orlandi. «La pista riguarda una persona morta che non si può difendere e delle indagini fatte da un magistrato morto anche esso. Quei documenti non sono inediti, noi eravamo a conoscenza da anni. Erano queste le carte impolverate di cui parlava la procura vaticana?», ha chiesto l’avvocato.

Natalia Orlandi: «Non esiste alcuno stupro»


«Non esiste nessuno stupro. Io e mio zio lavoravamo insieme, mi ha fatto delle avance verbali nel 1978 ma quando ha capito che non c’era possibilità è finito tutto là. L’unica persona con cui mi sono confidata è stato il mio padre spirituale e il mio fidanzato dell’epoca, Andrea, che ora è mio marito. Sbagliato o giusto che sia, non c’è stato assolutamente altro e infatti le nostre famiglie hanno continuato ad avere rapporti». È diretta Natalina Orlandi, sorella di Emanuela, sulla vicenda rilanciata dal TgLa7. I documenti consegnati dalla procura della Santa Sede a quella romana, fa sapere TgLa7, chiamano in causa lo zio di Emanuela, Mario Meneguzzi, e un presunto caso di molestie nei confronti della sorella maggiore di Emanuela, Natalina.
Il carteggio risale al settembre 1983 ed è tra l’allora segretario dello Stato pontificio, Agostino Casaroli e un sacerdote inviato in Colombia da Papa Giovanni Paolo II, monsignor Serna, a lungo confessore degli Orlandi. A quest’ultimo viene chiesto conferma del fatto che Natalina, sorella maggiore di Emanuela, gli ha rivelato di essere stata molestata dallo zio Mario. L’uomo è il marito di Lucia Orlandi, sorella di Ercole, padre di Emanuela. «Non mi interessa niente della mia vita messa in piazza, mi interessa di mia zia 90enne e dei figli di mio zio che non sapevano niente», ha spiegato.
«Sono stata interrogata dal dottor Sica nel 1983 come se fossi una colpevole reticente. Ero stata chiamata per la cassetta per farmi sentire i lamenti di Emanuela. Noi siamo persone limpide, ho raccontato la verità. Avevo 21 anni e le avances erano avvenute 5 anni prima. Mi viene da ridere perché lo sapevano tutti, so che loro hanno fatto le loro indagini». Ha sottolineato la sorella di Emanuela. 
«Nel 2017 vengo contattata da Becciu – ha detto ancora -. Vado con mio marito ma lui non lo fanno entrare. Dopo un giro di parole mi dice che mio fratello insiste tanto per avere la documentazione, ma che in quei documenti c’era questa storia che mi riguardava, che risaliva al 1978. Ho detto che non avevo problemi, poi ho detto che avrebbero avuto sulla coscienza delle persone anziane che non sapevano niente, così come i miei cugini. E loro ne erano all’oscuro fino a ieri sera. Becciu quei documenti non me li ha comunque dati». 

Il fratello: «Vorrei incontrare il Papa, intorno a lui carogne»

«Faccio un appello ai senatori, in questi giorni si deve riunire la conferenza dei capigruppo per la votazione in aula. Perché il Vaticano non vuole questa commissione? Penso possa essere una vera occasione. Io non voglio che questa commissione parta perché c’è una famiglia che soffre ma deve partire perché è necessaria». Ha detto in conferenza stampa Pietro Orlandi, fratello di Emanuela che ha attaccato: «Il Vaticano ha perso gli ultimi bricioli di dignità ieri sera. Il mio ultimo appello va a i senatori». 
«Vorrei incontrare Papa Francesco privatamente per dirgli delle carogne che gli girano intorno».
«Mio zio era fuori nel giorno in cui scomparve Emanuela. La prima cosa che fece mio padre è stato chiamarlo. Hanno fatto un’indagine, chiamate i figli. Io posso confermare che loro erano fuor». Così in conferenza stampa Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, in merito alle notizie emerse in relazione a vicende che vedrebbero coinvolto un familiare nella sparizione della cittadina vaticana. «Io sono aperto a qualsiasi tipo di ipotesi, in passato anche la famiglia è stata seguita e controllata. A distanza di 40 anni le procure dovrebbero convocare i responsabili di quella presunta ipotesi e interrogarli. Su cosa si sono basati? È una cosa gravissima, un sacerdote che riceve in confessione un pensiero non può dirlo. La procura di Roma come lo ha saputo? La cosa è stata già indagato all’epoca. Mio zio era in vacanza lontanissimo da Roma. Queste cose le sapevano in procura. Mi domando come lavorano», ha concluso Pietro.

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