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Festival del Lamento, a Soveria Mannelli parte la rassegna dedicata all’arte della “lagna”

Dal 3 agosto tre giorni di incontri in cui si parlerà anche di rivalutazione del territorio. Si conclude il 5 con una tavolata comunitaria

Pubblicato il: 02/08/2023 – 15:12
di Marco Russo
Festival del Lamento, a Soveria Mannelli parte la rassegna dedicata all’arte della “lagna”

SOVERIA MANNELLI Tre giorni di lamenti e incontri. Dal 3 al 5 agosto si terrà a Soveria Mannelli la prima edizione dell’inedito Festival del Lamento, rassegna dedicata alla passionale arte della “lagna”. Tanti gli ospiti e i temi trattati: dalla tragedia di Cutro alla rivalutazione dei luoghi calabresi tramite progetti creativi. Il tutto scandito da un’ironica lode al lamento. L’idea è venuta al giornalista Gaetano Moraca, come spiega il sito del festival: «Lamentarsi costituisce in Calabria un’ontologia, uno scandire del tempo. Il lamento assolve a una funzione comunicativa, è esercizio di redenzione e assoluzione delle coscienze; è propulsore di energie nell’esatto momento in cui canta la materia inerte, morta».

Il programma

Si parte il 3 agosto con l’inaugurazione ai Giardini di Palazzo Marasco, alla presenza del sindaco di Soveria Mannelli Michele Chiodo e degli organizzatori. Subito dopo il momento più toccante con le “lamentazioni serali” del primo giorno interamente dedicato alle vittime di Cutro, con un omaggio finale a cura de Il Mulino delle Arti. Ogni serata sarà accompagnata da «cibi consolatori, chiacchiere e drink». Le “lamentazioni” mattutine e serali dei due giorni successivi saranno invece dedicate all’entroterra calabrese, inteso come posto da rivalutare e immaginare per il futuro. Si conclude il 5 agosto con la lectio magistralis del professore di antropologia culturale dell’Unical Fulvio Librandi e, successivamente, una tavolata comunitaria in cui sarà lecito «lamentarsi tutti insieme».

Un’ironia “filosofica”

L’ideatore del festival, Gaetano Moraca, intervistato dal Tgr Rai

Prendersi in giro, ma riflettendo sui bisogni e le necessità del nostro animo. «Il Festival del Lamento – si legge sul sito – vuole offrire una casa a quanti sentono impellente questo bisogno, vuole farsi aggregatore e propulsore del lamento, per smontare il mito della società basata sull’arrivare e sul farcela anche a costo di lasciare indietro chi parte da una condizione di svantaggio e che, magari, lamentandosi sta chiedendo aiuto». Porsi, dunque, con un altro occhio nei confronti degli ultimi e di chi, in difficoltà, trova riparo nel lamento. «A volte, parlando, ragionando, incontrandosi si può trovare la soluzione o, forse meglio, la compassione. In ultima analisi, il Festival del Lamento è la casa delle persone che da sole non sembrano granché ma che insieme diventano qualcosa di nuovo».

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