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La ministra Calderone a Scilla “racconta” il lavoro dopo il Reddito di cittadinanza – VIDEO

La titolare del Lavoro: «Sulla piattaforma Siisl processate oltre 10mila domande, 40 anni l’età media dei candidati»

Pubblicato il: 02/09/2023 – 10:32
La ministra Calderone a Scilla “racconta” il lavoro dopo il Reddito di cittadinanza – VIDEO

SCILLA «È partita ieri, primo settembre, la nuova piattaforma per l’inclusione sociale e lavorativa. Stamattina alle nove le domande erano già più di 10mila, quasi tutte completate. Questo vuol dire che la procedura sta funzionando ed è anche estremamente facile nella gestione di tutti i passaggi per la formalizzazione della domanda». Lo ha detto la ministra del Lavoro, Marina Calderone, a Scilla a margine dell’evento organizzato da Ecr “Quando cresce il Sud, cresce l’Italia, cresce l’Europa“, parlando del sistema per l’inclusione sociale e lavorativa Siisl. «Questo – ha aggiunto – per noi è un obiettivo importante perché al di là di quelle che sono le soluzioni procedurali il nostro obiettivo era quello di creare un ambiente all’interno del quale tutti i soggetti che hanno competenze nel mondo del lavoro conferissero i loro dati. All’interno della piattaforma interagiscono il ministero del Lavoro, l’Inps, le Regioni, gli enti formatori e le agenzie private per il lavoro. Questo è un sistema che deve dare al cittadino che entra nel Supporto per la formazione e il lavoro la visione e l’opportunità di individuare quelli che sono i percorsi formativi più adatti non solo alla formazione, ma anche alla riqualificazione delle competenze, legate e indirizzate al mondo del lavoro», ha aggiunto.

«Sulla piattaforma Siisl età media dei candidati di 40 anni»

Sulla piattaforma Siisl «abbiamo anche le offerte di lavoro da parte delle aziende che sono state caricate e che verranno caricate di giorno in giorno dalle agenzie per il lavoro. Quello che oggi si vede della piattaforma io lo voglio considerare, e l’ho detto in fase di presentazione, la prima pietra, il primo passo di un sistema molto più articolato e complesso all’interno del quale abbiamo anche la possibilità di fare una valutazione e una previsione di quelle che saranno le linee tendenziali nel mondo del lavoro fra cinque anni e così prepararci anche a formare le nuove competenze», ha detto ancora detto la ministra. «È una sfida complessa – ha aggiunto -, ma dalle domande che sono arrivate abbiamo una figura del candidato che formalizza la domanda che ha un’età media di 40 anni. Questo vuol dire avere davanti 25 anni di lavoro. Noi nel nostro obiettivo come governo riteniamo importante ribadire che le persone non possono essere accompagnate durante quella che dovrebbe essere la vita lavorativa solo con la gestione di un sussidio. Noi pensiamo che debbano essere accompagnate invece a ritrovare una dimensione lavorativa che è quella che consente anche lo sviluppo dei territori».
«Il lavoro – ha concluso – è il fulcro di un sistema efficiente e in cui l’inclusione sociale parli anche del rispetto dei diritti delle persone e della loro sicurezza».

Salario minimo: «Il tema vero è contrastare il lavoro povero»

«Credo che non ci possiamo discostare da ciò che dice la direttiva Ue, credo per questo che sia importante applicare le norme in maniera coerente con quelle che sono le nostre condizioni interne. Il percorso principale è quello della contrattazione collettiva». Così la ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha risposto a una domanda sul salario minimo nel corso dell’incontro organizzato da Ecr a Scilla “Quando cresce il Sud, cresce l’Italia, cresce l’Europa”. «Credo – ha aggiunto – che il tema sia quello che ha posto Giorgia Meloni, che è molto più ampio del salario minimo, ma che riguarda il lavoro povero, quelle situazioni in cui il lavoro nero porta alla non applicazione dei contratti. Non ci sono contratti collettivi che riconoscono 3 euro di retribuzione oraria, quello è sfruttamento, caporalato, che noi dobbiamo contrastare, potenziando anche l’attività ispettiva e stando accanto agli amministratori locali che conoscono bene i loro territori. I 9 euro mi sembrano più una soglia ideologica, credo che la direttiva comunitaria ci dica che bisogna fare riferimento ai contratti, e dunque dobbiamo portare su quei contratti che sono troppo bassi».

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