RABAT Notte di paura e devastazione in Marocco dove un forte terremoto, 6.8 nella scala Richter, ha scosso l’intero paese, con echi anche nelle nazioni confinanti, la Mauritania, l’Algeria, Gibilterra e perfino in Portogallo.
Il primo bilancio ufficiale è arrivato nella notte fonda, le 4 di mattina in Italia, dopo che per ore immagini inquietanti giravano sui social: rovine, macchine danneggiate, moschee che tremavano e crollavano, fiumi di persone che si riversavano nelle strade in preda al panico. Una trentina di lunghi secondi che hanno scioccato il Paese.
L’epicentro del sisma, di magnitudo 6,8 secondo l’Istituto Americano di Geofisica (USGS), ma 7.0 per l’Istituto di Rabat, è stato a sud-ovest della città di Marrakech, 320 km a sud della capitale Rabat. Colpita è stata soprattutto la provincia di Al-Haouz, dove si conta il numero maggiore di vittime. Lì un’intera famiglia è rimasta intrappolata tra le macerie dopo che la loro casa è crollata, riportano i media.
L’ultima stoma parla di oltre seicento morti. Ma il bilancio del sisma si aggiorna di minuto in minuto, man mano che arrivano i dati dalle città e soprattutto dalle località di montagna vicine all’epicentro. I paesi che punteggiano l’Atlante sono molto poveri, spesso non hanno collegamento internet e le case sono costruite con il caratteristico muro a pisé, realizzato in paglia, fango e sassi. Grande paura soprattutto nella medina di Marrakech, dove le parti più fragili delle mura che circondano il centro storico sono crollate. Hanno ceduto alcune abitazioni, nella piazza Jamaa el Fna è crollato il minareto di una piccola moschea vicino allo storico ‘Café de France’.
Si segnalano danni nella kasbah di Marrakech e crolli di abitazioni nella zona a nord est. In città nuova ci sono crepe nel campanile della chiesa cattolica di Gueliz. Crolli di facciate a Essaouira, sull’Oceano atlantico e a Ouarzazate, nel centro Sud. In migliaia si sono riversati per le strade della città nuova di Marrakech e nei vicoli della medina, in preda al panico. Elettricità e collegamento internet sono mancati a lungo. Il centralino dell’ambasciata italiana a Rabat ha ricevuto numerose chiamate soprattutto da parte di turisti che chiedono di rientrare a casa. Al momento gli aeroporti sono chiusi e riapriranno sabato mattina.
Citando fonti mediche, il sito di notizie Médias24 ha segnalato un “afflusso massiccio” di feriti negli ospedali di Marrakech. Oltre a Marrakech, lo shock è stato avvertito anche a Rabat, Casablanca, Agadir ed Essaouira.
«Verso le 23, abbiamo sentito una scossa molto violenta, ho capito che era un terremoto. Ho visto edifici muoversi e sono uscito. La gente era sotto shock e nel panico. I bambini piangevano, i genitori erano sconvolti», ha detto al telefono all’AFP Abdelhak El Amrani, 33 anni, residente a Marrakech.
«La corrente è andata via per 10 minuti, anche la rete (telefonica), ma è stata ripristinata. Tutti hanno deciso di restare all’aperto», ha aggiunto.
Secondo le immagini trasmesse dalle reti, parte di un minareto è crollato nella famosa piazza Jemaa el-Fna, cuore pulsante di Marrakech, lasciando ferite due persone. «Abbiamo sentito delle urla al momento della scossa. La gente è nelle piazze, nei caffè, preferendo dormire fuori. Ci sono pezzi di facciate che sono caduti», un residente di Essaouira, 200 km a ovest di Marrakech, ha detto all’AFP.
Il 24 febbraio 2004 un terremoto di magnitudo 6,3 gradi della scala Richter aveva scosso la provincia di Al Hoceima, 400 km a nord-est di Rabat, uccidendo 628 persone e provocando ingenti danni materiali. E il 29 febbraio 1960, un terremoto distrusse Agadir, sulla costa occidentale del paese, provocando la morte di oltre 12.000 persone, ovvero un terzo della popolazione della città.
«Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, oggi a Nuova Delhi per il Vertice G20, ha appreso con dolore il tragico bilancio del devastante terremoto che ha colpito il Marocco». Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi. «Meloni – si spiega – ha espresso vicinanza e solidarietà al Primo Ministro Aziz Akhannouch, ai familiari delle vittime e al popolo marocchino, manifestando la piena disponibilità dell’Italia a sostenere il Marocco in questa emergenza».
«La Calabria è vicina al dramma che in queste ore vivono le popolazioni del Marocco, dopo il terribile terremoto che ha provocato la morte di centinaia di persone e causato danni immani». Cosi Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria che aggiunge: «Anche come presidente della Commissione Intermediterranea della CRPM, esprimo tutta la mia solidarietà alle Regioni marocchine coinvolte nel sisma».
«Soprattutto in questi momenti drammatici – conclude – si conferma l’esigenza di instaurare sempre più maggiori legami tra i territori che appartengono all’area del Mediterraneo, nel segno della cooperazione internazionale e del reciproco sostegno».
x
x