GERACE «Il Consiglio Pastorale di Gerace, riunitosi nella seduta del 09/09/2023 per programmare il nuovo anno pastorale, si è soffermato, tra l’altro, ad approfondire e riflettere (rimanendo sconcertato e turbato) su quanto accaduto verso la fine di Agosto quando, all’inizio della celebrazione di un matrimonio, officiato dal Rettore della Basilica Concattedrale di Gerace, una bambina, che poi si è appreso dalla stampa e dai social fosse autistica, si è messa a piangere a dirotto, disturbando la celebrazione». È quanto si legge in una nota del Consiglio Pastorale di Gerace sulla vicenda avvenuta ad agosto scorso che prosegue: «Di solito, quando accadono simili episodi (e non è certamente la prima volta) un genitore o un parente si premura di ristabilire l’ordine, distraendo e calmando il piccolo».
«Nella circostanza – ricostruisce a nota – il parroco don Franco, senza proferire parola, ma con amorevole sguardo e forse, con un semplice gesto della mano, consapevole che il pianto a dirotto della bambina stava esprimendo un forte disagio, ha attirato l’attenzione dei genitori perché potessero calmare la bambina e così proseguire con serenità la celebrazione».
«L’episodio è stato però riportato distorto e amplificato a dismisura dalla stampa e dai social – si evidenzia nella nota – come se una bambina autistica fosse stata allontanata dalla Chiesa. Pare che della sua condizione probabilmente nessuno, al di fuori dei genitori o dei parenti più stretti, ne fosse a conoscenza».
«Il Consiglio ribadisce ancora che l’avvenimento, pur nel macroscopico ed inconcepibile errore di interpretazione ed esagerata e roboante amplificazione – si legge ancora – dovrebbe far riflettere un po’ tutti, mezzi di comunicazione compresi».
«Del resto – conclude la nota – don Franco non ha certo bisogno di difensori d’ufficio, perché per lui parla la sua storia di uomo semplice e di sacerdote buono e, come spesso lui ama ripetere, il vero cristiano deve saper cogliere e vedere la positività anche nelle situazioni più negative e difficili: nella fattispecie l’accaduto deve essere occasione di preghiera, di perdono e di attenzione verso le persone più fragili e il male e il disagio arrecato, possa trasformarsi in proficue benedizioni per la bambina e la sua famiglia».
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