REGGIO CALABRIA E’ ripreso oggi dinanzi ai giudici della Corte d’Appello di Reggio Calabria – presidente Lucia Monaco, Maria Pellegrino sostituto procuratore generale – il processo “Breakfast” nei confronti di Claudio Scajola, l’ex ministro dell’Interno ed attuale sindaco di Imperia, condannato in primo grado a 2 anni di reclusione nel gennaio del 2020 per procurata inosservanza della pena, dopo quattro anni di dibattimento durante cui la Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria aveva chiesto la derubricazione dell’ipotesi originaria di reato relativamente al capo di imputazione di concorso esterno in associazione mafiosa per l’uomo politico ligure. Un reato – quello di procurata inosservanza della pena – che secondo la difesa dell’ex ministro (avvocatesse Elisabetta Busuito e Patrizia Morello), dovrebbe essere già prescritto e che Scajola, assente stamani in aula, avrebbe commesso in favore dell’ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Matacena, deceduto il 16 settembre 2022 a Dubai, dove si era rifugiato da dieci anni successivamente alla condanna definitiva della Cassazione del giugno 2013 a tre anni di carcere a conclusione del processo “Olimpia”, per concorso esterno in associazione mafiosa. La Corte d’Appello, stamani, dopo avere ascoltato le parti, ha rigettato la richiesta della Procura generale di sentire il collaboratore di giustizia Stefano Liuzzo, indicando per il prossimo 15 novembre la data della requisitoria della rappresentante dell’accusa e gli interventi delle avvocate Busuito e Morello, per la difesa di Claudio Scajola. Nel processo sono anche coinvolti Martino Politi e Maria Grazia Fiordelisi, storici collaboratori del defunto parlamentare forzista. (Agi)
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