Massacro nella striscia di Gaza, il grido di Ucoii: «Il governo italiano condanni questa atrocità»
La sezione calabrese dell’Unione delle comunità Islamiche d’Italia invita a fermare il «genocidio» che sta «spazzando via intere famiglie palestinesi»

Chiedono la «fine del genocidio contro la popolazione Palestinese nella Striscia di Gaza» ma anche «l’apertura della frontiera di Rafah per l’Invio urgente e garantito di aiuti umanitari, acqua ed energia alla popolazione».
La guerra che sta imperversando tra Israele e la Palestina non lascia indifferente la sezione calabrese dell’Unione delle comunità Islamiche d’Italia (Ucoii). Il referente Ahmed Berraou invita a non rimanere «indifferenti e inermi davanti a questo massacro nella striscia di Gaza come nella Cisgiordania occupata». Il dito è puntato contro quello che senza remore viene definito un «genocidio»: «Israele ha assassinato almeno 3500 Palestinesi a Gaza e 61 in Cisgiordania, un terzo dei quali bambini. Più di 14mila sono i feriti. 60mila le case demolite e oltre un milione i palestinesi sfollati deliberatamente. Il genocidio sta spazzando via intere famiglie, radendo al suolo interi quartieri a Gaza, distruggendo tutti le infrastrutture, reti idriche e elettriche. Dopo un embargo di 16 anni in un campo aperto di due milioni e passa di persone, la metà bambini e giovani».
Berraou indica i fatti che hanno sopraffatto i palestinesi: «Martedì 17 ottobre, bombe israeliane hanno colpito una scuola Onu e l’ospedale Al Ahli dove una parte del milione di sfollati cercava rifugio, uccidendo più di 800 palestinesi».
E chiede «l’invio di forze Onu in tutta la Palestina, per la protezione della popolazione palestinese dall’occupazione israeliana. L’attuazione delle Risoluzioni Onu e che il governo italiano condanni questa atrocità israeliana nello stesso livello quando ha reagito contro il raid di Hamas».
«Quando la storia ci giudicherà – dice Berraou –, potremo dire di non essere stati complici. La solidarietà chiama. L’indifferenza non paga. Il silenzio è complicità. Uniti nella condanna delle atrocità inflitte al popolo palestinese. L’ultimo giorno di occupazione sarà il primo giorno di pace».