REGGIO CALABRIA Diciannove condanne a carico di capi e gregari della cosca “Nasone-Gaietti” di Scilla. È questa la richiesta della Procura antimafia di Reggio al termine della requisitoria che si è svolta nell’aula bunker del capoluogo nel processo abbreviato scaturita dall’operazione “Nuova linea” che nel settembre dello scorso anno ha colpito la potente cosca di Scilla.
Per l’accusa quel gruppo avrebbe esercitato un controllo totale della cittadina reggina imponendo le loro regole tra cui quella di sottostare ad estorsioni.
Stando a quanto emerso dalle indagini gli uomini della cosca “Nasone-Gaietti” avrebbero costretto una pluralità di ristoratori di Scilla ad acquistare le forniture di pesce da una delle imprese che sarebbero state controllate dal clan, procurandosi un ingiusto profitto, con correlato danno per le vittime.
Per questo motivo gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsioni in concorso, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, turbata libertà degli incanti, detenzione e porto di armi da fuoco, tentato omicidio, trasferimento fraudolento di valori, tutte fattispecie aggravate dall’agevolazione mafiosa.
Nel corso della requisitoria, l’accusa ha chiesto la condanna a venti anni di reclusione per quattro esponenti del gruppo criminale. Si tratta di Giuseppe Fulco, Antonino Nasone, Domenico Nasone (classe 1969), Rocco Nasone (classe 1974).
Inoltre al Gup di Reggio, la Procura ha chiesto la condanna di Angelo Carina (15 anni e 4 mesi+10mila euro di multa), Fabio Praticò (10 anni), Fortunato Praticò (12 anni), Alberto Scarfone (16 anni). Nelle prossime udienze si terranno le arringhe dei legali degli imputati. (redazione@corrierecal.it)
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