TREBISACCE Da lunedì al giovedì insegnante in Lombardia, nel resto della settimana il Tfa sostegno a Catanzaro. Il tutto con la residenza a Trebisacce, in provincia di Cosenza. È l’odissea di una docente calabrese precaria, costretta a emigrare nella Bassa Bresciana per mancanza di posti presso gli istituti scolastici in Calabria. Ogni settimana, racconta l’insegnante in una lettera al Corriere della Sera, si sposta tra nord e sud, sostenendo notevoli spese di viaggio. «La situazione in Italia – spiega – mi ha spinta a fare questa scelta e a frequentare il corso di specializzazione in Calabria, presso l’Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro, pur lavorando in Lombardia». Il doppio impegno è stato possibile solo con una «riduzione oraria, da cattedra piena a 12 ore, per alleggerire il carico di lavoro e permettermi di intraprendere questa faticosa impresa». Precaria da quattro anni, a breve ci sarà il concorso straordinario ter, ma che «sarà quasi impossibile preparare con questi ritmi».
L’impegno è, soprattutto, economico. «Devo sborsare – scrive – mediamente 100-120 euro a settimana per i voli aerei. Questo sommato ai costi di pernottamento a Catanzaro e di trasporto tra gli aeroporti e la destinazione finale». Lo stipendio mensile, di 1.000 euro, non è sufficiente per coprire anche l’affitto bresciano di 500 euro. «Viene coperto dai miei genitori, loro stessi in passato precari in Lombardia. Di fatto non posso andare a vivere da sola. In più desidero tanto costruirmi una famiglia».
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