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l’intervista

Taibi: «Sarò a posto con me stesso quando rivedrò la Reggina in A»

L’ex ds degli amaranto ospite di Tutti nel pallone, in onda su L’altro Corriere Tv

Pubblicato il: 11/11/2023 – 10:05
Taibi: «Sarò a posto con me stesso quando rivedrò la Reggina in A»

LAMEZIA TERME Un idillio interrotto bruscamente ma che non scalfisce l’amore per il colore amaranto. Massimo Taibi, ex direttore sportivo della Reggina, è stato ospite di Tutti nel pallone, andato in onda ieri sera su L’altro Corriere Tv. L’ex portiere ripercorre le tappe della vicenda che ha portato la città di Reggio Calabria a perdere la Serie B.
«Non me l’aspettavo proprio. Un anno fa di questi tempi avevamo una classifica importante, lottavamo per le prime due posizioni. Avevamo una società solida, entusiasmo. Neanche nei peggiori incubi avrei mai potuto pensare dopo un anno di trovarmi a casa e soprattutto che non ci fosse più la Reggina in serie B».
«Ho fatto cinque anni e mezzo a Reggio con tre proprietà.

Massimo taibi

Dalla famiglia Praticò che dopo qualche problemino ha risolto con la cessione a Gallo. Poi Gallo che ha fatto tre anni facendo anche bene portandoci in B, poi ha avuto problemi anche lui. Quindi è subentrato Saladini e sembrava potessimo fare il grande salto, poi anche Saladini ha avuto dei problemi, anche se la situazione è molto strana. La Reggina non si è iscritta non perché sia fallita o perché avesse dei debiti. Aveva ereditato debito pregressi, li aveva saldati con l’abbattimento del debito, poi quello che è successo non lo so. So solo che aveva speso oltre 6 milioni per l’iscrizione e per i famosi 750mila euro in ritardo e l’omologa non definitiva è saltato tutto. Diciamo che c’è qualcosa che un domani ci dovranno spiegare bene. La società sicuramente avrà fatto degli errori di comunicazione perché certe cose in Italia è sempre meglio farle in sordina e senza proclami. Hanno voluto manifestare, anche per entusiasmo, che fosse passato questo concordato e probabilmente questo ha dato fastidio a qualcuno. Altra spiegazione non so darmela».

Di chi sono le responsabilità?

«Mah, io so quello che era di mia competenza. La squadra alla fine è stata sempre pagata, non ci sono mai stati problemi economici. Probabilmente qualcosa dall’altro lato sarà stata sbagliata, qualche errore ci sarà stato anche se è stata una forzatura nei confronti della Reggina, questo non me lo toglie nessuno dalla testa. Se parliamo di perentorietà anche il Lecco non l’ha rispettata. Quindi sono convinto che ci sia dell’altro». Paga sempre la piazza, la tifoseria. «Chi paga è sempre la città, la tifoseria e quella di Reggio, non perché ci sono stato e ci sono legato, ma merita la serie A. Ci sono stati in passato fallimenti legittimi, ma qua avendo pagato tutto ci si ritrova in serie D e qualcuno un domani dovrà dare spiegazioni».

Dopo l’esclusione dalla B, la folle corsa per non far sparire il calcio a Reggio Calabria

«All’inizio sembrava che nessuno volesse prendere la Reggina, poi fortunatamente si sono create due soluzioni. Una con della gente di Reggio e il 50% a Bandecchi e poi l’altra la Fenice Amaranto. L’importante era che la Reggina potesse ripartire poi se il signor Brunetti abbia voluto premiare la Fenice evidentemente avrà avuto le sue buone ragioni e avrà avuto le garanzie giuste. A me interessava solo che la Reggina ci fosse».

E come valuta l’operato sin qui della nuova proprietà?

«Partire così in ritardo non è mai facile per nessuno. Le squadre si costruiscono a maggio, loro sono partiti sono a fine agosto-settembre. Io ho visto una sola partita al Granillo, quella col Trapani, non sono in grado di giudicare se stanno facendo bene male, di certo partire così tardi non era facile». Al Granillo per assistere alla sfida Reggio Calabria-Trapani l’ex DS ha ricevuto l’omaggio della tifoseria amaranto. «Credo che quello che ho provato in quell’occasione è stata una delle più grandi emozioni della mia carriera. Perché non c’era niente di scontato. Questo significa che ho lasciato un ricordo importante soprattutto a livello umano».

Sul caso Lamezia Terme…

«Quello che è successo a Lamezia dispiace. Quando durante l’anno succedono queste cose è sempre antipatico perché molte squadre vengono penalizzate da questa rinuncia. Dispiace che sia poi la stessa proprietà della Reggina perché io ho vissuto Saladini e posso dire che, tra mille errori che può aver commesso, per quel che mi riguarda è una brava persona e ne ho un buon ricordo, se anche non lo sento da mesi. Sicuramente ha sbagliato molto a fidarsi di persone a lui vicine che non lo hanno aiutato. Si dice sempre che a casa il responsabile è sempre il padre e lui era il padre di tutto e fidandosi di persone che non l0 hanno aiutato è responsabile lui in prima persona. Ripeto mi dispiace perché per me resta una brava persona e ho sempre stima di chi investe nel calcio».

La promessa

«La Reggina fa parte della mia vita. Quando sono andato via non ho detto addio ma solo arrivederci e questo perché Reggio resterà sempre casa mia. Poi chissà magari tra uno, due, cinque o dieci anni, potrei tornare a Reggio, e a me farebbe davvero tanto piacere, per completare l’opera. Quando arrivai dopo esserci salvati all’ultima giornata dissi che il mio sogno era riportare in serie A, ci siamo andati vicini, mancava poco. Spero che un giorno potremo riprendere quel discorso e portarlo a termine. Poi sarò a posto con me stesso quando rivedrò la Reggina in serie A». (Ste.Sca.)

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