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L’inferno nella casa di riposo abusiva a Reggio Calabria: urina, sporco diffuso e anziani affetti da scabbia

È questo lo scenario che si presenta davanti ai carabinieri del Nas che sequestrano subito la struttura senza permessi e con allaccio abusivo alla corrente elettrica

Pubblicato il: 21/11/2023 – 19:07
di Giorgio Curcio
L’inferno nella casa di riposo abusiva a Reggio Calabria: urina, sporco diffuso e anziani affetti da scabbia

REGGIO CALABRIA È il 29 giugno del 2023 quando il Nas dei Carabinieri di Reggio Calabria e il personale del Nil entrano nella struttura “Domus Aurea” a Gallico, frazione della città reggina. Lo scenario davanti ai loro occhi è sconcertante: degrado, abbandono e incuria la fanno da padrona e da cornice alla vita quotidiana degli ospiti anziani. Una situazione che ha subito spinto i militari a chiedere il sequestro d’urgenza dell’intera struttura, poi convalidata dal gip il 4 luglio successivo. Durante il controllo i militari hanno trovato 31 ospiti, tutti incapaci «di provvedere autonomamente a loro stessi» scrive il giudice nell’ordinanza «per età, fragilità fisica o comunque psichica». Soltanto due gli operatori sociosanitari trovati, prima dell’arrivo della legale rappresentante Mariangela Di Benedetto, e il compagno Luigi Moragas, indicato come il “gestore di fatto” della casa di riposo, entrambi finiti agli arresti domiciliari.

I controlli

A descrivere lo scenario drammatico in cui i 31 ospiti vivevano quotidianamente è il rapporto firmato dai Nas reggini intervenuti sul posto. Durante il loro accurato controllo, i carabinieri individuano un piano seminterrato in cui c’erano i locali cucina, suddivisi in due aree distinte. «(…) tutti gli ambienti era in pessimo stato per lo sporco presente» annotano. «Nelle cucine vi erano i resti del cibo avanzato nei giorni precedenti quali porzioni di frittate lasciate nella teglia senza alcuna copertura, il riso cotto all’interno di una pentola, stoviglie da pulire lasciate nell’acqua all’interno del lavabo; all’interno del frigorifero vi erano circa 6 kg di carne congelata arbitrariamente e 20 uova scadute di validità, che sono stati sequestri per cattivo stato di conservazione». I militari, poi, annotano la presenza di urina in terra, sporco pregresso e odore nauseabondo. «Particolarmente gravi erano soprattutto le condizioni igieniche dei vicini servizi igienici, dove nei pavimenti e nei sanitari, vi era la presenza di feci, urine e resti di pannoloni sporchi».

Lo scenario drammatico

La situazione, di per sé drammatica, non migliora al piano terra, adibito a locale reception e soggiorno. Anche qui gli operatori segnalano «pavimenti sporchi per carenze di pulizia» e urina per terra. Al primo piano, durante i controlli, i Nas trovano nove stanze da letto con bagno in camera «di cui 7 con due posti letto e 2 da un posto letto». Anche in questo caso le criticità riscontrante sono drammatiche. «In tutte le stanze – annotano gli operatori – vi era sporco diffuso per carenze di pulizia; particolarmente gravi erano le condizioni trovate nel bagno della stanza indicata con il numero 110 per la presenza di feci in terra, e nella stanza n. 105 per la presenza di feci in stanza; nella lavanderia gli indumenti degli anziani erano buttati in terra, accatastati senza nessuna cura e/o operazione tale che potesse consentire di ricondurre alla proprietà dell’indumento ovvero a quale paziente l’abbigliamento facesse riferimento». Al secondo piano trovano altre nove stanze da letto, tutte con bagno in camera di cui sette con due posti letto e due da un posto letto. Anche in questa circostanza lo scenario è uguale a quelli precedenti: sporco diffuso per carenze di pulizia e «particolarmente gravi erano le condizioni trovate nel bagno della stanza 207 dove il materasso era urinato, nella stanza 208 per grave sporco pregresso e nella stanza 211 dove era evidente dell’urina in terra». Nel locale medicheria, all’interno di un frigorifero, sono state trovate poi «undici confezioni di medicinali e undici penne pre-riempite di insulina scadute di validità che sono stati sequestri poiché detenuti guasti e/o imperfetti». Sporco diffuso per carenze di pulizia, poi, nelle otto stanze del terzo piano.

Anziani affetti da scabbia

Le condizioni di assoluto degrado della “Domus Aurea S. Rita s.r.l.”, dunque, per i Carabinieri e così come riportato nell’ordinanza del gip, erano lo «specchio del più allarmante abbandono in cui erano costretti a vivere i fragili trentuno ospiti, cui erano di fatto negate le minime e più basilari cure alimentari, igieniche e sanitarie». C’è poi la relazione del servizio Welfare del Comune di Reggio Calabria, arrivato prontamente sul luogo dopo la chiamata dei militari. Nel documento sono elencati e identificati tutti i trentuno ospiti, con indicazione, per molti di loro, di patologie grandemente o totalmente invalidanti e altrettanti si presentavano «molto trascurati nell’aspetto, abbandonati a se stessi, con evidente stato di sofferenza fisica e psichica», lasciati in una «condizione di totale incuria», tanto che otto di essi risultavano affetti da sospetta scabbia, «effettivamente diagnosticata attraverso gli accertamenti preliminari compiuti al GOM di Reggio Calabria». E, oltre ad aver riscontrato le gravi carenze igienico sanitarie, da un controllo approfondito è emerso anche che la struttura fosse del tutto abusiva perché, di fatto, l’autorizzazione non era mai stata concessa «per mancanza dei requisiti minimi professionali e strutturali» così com’era abusivo l’allaccio elettrico alla rete pubblica. (g.curcio@corrierecal.it)

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