COSENZA «La sospensione del segretario provinciale Vittorio Pecoraro non sorprende affatto, ma preoccupa massimamente per le tempistiche in cui è maturata e per l’effetto di bloccare il Partito in un momento in cui sarebbe stato necessario rilanciarne l’azione, anche in considerazione degli appuntamenti elettorali all’orizzonte». È quanto riporta una nota di Sfida Riformista sulla crisi che sta attraversando il partito soprattutto nel Cosentino. «Le imminenti elezioni provinciali – viene evidenziato – ed il successivo turno di elezioni amministrative che vede, tra gli altri, le elezioni nei comuni di Corigliano-Rossano, Cassano allo Jonio, Trebisacce hanno bisogno di un Partito che ricominci a fare politica e che inizi a ricostruire dei rapporti sul territorio che negli ultimi tempi sono stati assenti. La segreteria Pecoraro è sembrata unitaria solo sulla carta, autoreferenziale e chiusa a quelle donne e a quegli uomini che, sul territorio, intendevano fare politica sventolando la bandiera democratica. Il Partito Democratico in provincia di Cosenza non ha bisogno di un’azione unitaria che sia tale solo nei proclami del grumo di potere, che ha caratterizzato il Partito dalla sua nascita ad oggi. Le vicende che hanno coinvolto il Partito nel rapporto con l’amministrazione comunale di Cosenza e nel conflitto con il gruppo regionale sono emblematiche nella loro essenza e, nella dimensione organizzativa del partito, il quadro è ancora peggiore. Abbiamo una percezione del Partito – prosegue Sfida Riformista – sul territorio, che non corrisponde affatto alle dichiarazioni di Pecoraro. Troppi dei pochi circoli ancora esistenti, sono poco più della foglia di fico dei loro segretari; con la segreteria Pecoraro sono aumentate le divisioni, mascherate da una gestione burocratica del partito entro cui sono state sostenute le campagne nazionali con il solo fine di nascondere a Roma e al nuovo corso del Partito a guida Elly Schlein, i veri comportamenti e il vero volto di una federazione chiusa ed eterodiretta. Intendiamo quindi raccogliere le preoccupazioni dei numerosi compagni che chiedono al PD regionale, nella figura del Segretario Regionale, di rispondere, con la massima urgenza, alla sollecitazione ad intervenire che Pecoraro ha rivolto alla stessa segreteria regionale. Il partito non può restare nelle mani di un segretario sospeso e, proprio per la sollecitazione di Pecoraro, crediamo che serva l’individuazione, da parte di Nicola Irto, di un reggente che sostituisca subito Pecoraro e guidi il partito al rinnovamento che la segreteria Schlein ha promesso a livello nazionale. Al Partito cosentino serve uno scatto che consenta un rilancio reale in tutto il territorio provinciale, che risvegli le coscienze sopite e demoralizzate da anni di autoritarismo e dirigismo di manovratori occulti e di giovani prestanomi che hanno reso il partito uno spettro. Il punto non è di carattere personale, ma piuttosto è l’azione di Pecoraro e la sua ultima iniziativa, che appare agli occhi dei più, l’ennesima tarantella per lasciare tutto nelle solite mani. Non si può non denunciare l’estrema dannosità per il Partito del linguaggio utilizzato da Pecoraro. Parla di dirigenti che attentano all’unità del Partito, ma ne nasconde il nome e chiaramente nasconde i manovratori che intende tutelare difendendo le scelte scellerate fino ad ora operate.
Il Partito Democratico cosentino non può più essere il passatempo di qualche cacicco inviso al popolo della sinistra e alla popolazione e non può più essere guidato da qualche ventriloquo. Ha bisogno, come l’aria per respirare, di librarsi in volo e di costruire un’alternativa di governo al centrodestra che governa la Provincia di Cosenza e la Regione Calabria.
Per questo motivo – conclude la nota – rivolgiamo un accorato appello al segretario regionale, Nicola Irto, ad intervenire immediatamente, sollecitando gli organismi preposti a superare con la massima urgenza il segretario autosospeso e a indicare una guida che traghetti il partito, oggi, attraverso le imminenti scadenze che ci attendono».
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