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Dottoressa uccisa nel Reggino, dopo l’autopsia e i rilievi emergono nuovi dubbi

Mistero sul movente. La ricostruzione della dinamica dell’agguato apre all’ipotesi che potesse essere l’uomo il bersaglio del killer

Pubblicato il: 23/11/2023 – 13:09
di Mariateresa Ripolo
Dottoressa uccisa nel Reggino, dopo l’autopsia e i rilievi emergono nuovi dubbi

REGGIO CALABRIA Due colpi di fucile: il primo caricato a palla non ha colpito nessuno ed è entrato dal parabrezza anteriore conficcandosi nel cofano posteriore della Peugeot 3008 su cui Francesca Romeo e Antonio Napoli viaggiavano. Il secondo, caricato a pallettoni mentre la macchina era in movimento, è stato mortale per la donna colpita tra il volto e il collo, nella zona facciale sinistra. Sono emersi nella giornata di ieri, giorno dei funerali della dottoressa di Seminara uccisa in un agguato lo scorso 18 novembre, i dettagli dell’autopsia eseguita a Locri lunedì sera dai periti medici nominati dalla Procura di Palmi e dei rilievi effettuati sulla scena del delitto: la strada Sp2 che collega Santa Cristina D’Aspromonte a Taurianova.

La ricostruzione dell’agguato

I due coniugi, entrambi medici, stavano tornando a casa dopo un turno di notte presso la guardia medica di Santa Cristina D’Aspromonte che la 62enne aveva appena terminato in compagnia del marito. L’uomo, alla guida, è rimasto lievemente ferito a un braccio. Per capire la traiettoria dei colpi Squadra mobile di Reggio Calabria e Scientifica sarebbero al lavoro per effettuare una dettagliata ricostruzione balistica. Secondo la ricostruzione della dinamica, l’agguato, verosimilmente, è stato compiuto da una sola persona armata di fucile. I pallettoni sarebbero stati sparati dal lato guida, dove sedeva Napoli, e avrebbero ferito il conducente e raggiunto mortalmente la vittima. Diversamente da quanto ipotizzato all’inizio, la ricostruzione della dinamica apre all’ipotesi che in realtà potesse essere il coniuge della donna uccisa il reale bersaglio del killer che, nascosto nei pressi della curva a gomito percorsa dall’auto, ha esploso i colpi.

Le indagini

È proprio su quello che l’uomo potrebbe ricordare, unico testimone di quanto avvenuto, che gli investigatori contano per tracciare un possibile identikit del killer e per ricostruire lo scenario intorno al quale si è consumato un delitto apparentemente inspiegabile e che si è consumato «con modalità mafiose». I magistrati della Procura di Palmi diretta da Emanuele Crescenti e gli investigatori della Squadra mobile di Reggio Calabria e del Commissariato di Taurianova stanno indagando sulla vita privata e professionale di moglie e marito. Diverse le ipotesi al vaglio degli inquirenti, secondo quanto trapela, nessuna pista viene al momento esclusa. Non si sottovaluta nulla: da possibili screzi per via di alcuni terreni, al lavoro della dottoressa che ogni giorno la portava ad essere a contatto con molte persone. Il movente, insomma, resta un mistero: la donna, raccontano amici e conoscenti, era ben voluta da tutti, «era una donna gentile e che amava la vita», ha detto il parroco don Mimmo Caruso durante i funerali. Nessuno è in grado di trovare una ragione dietro un delitto così efferato e che ha sconvolto una comunità e un territorio intero.

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