TRENTO «Le recenti risultanze processuali, seppur parziali, essendo allo stato di primo grado di giudizio, hanno messo in luce in maniera analitica l’azione criminale della compagine mafiosa che ha infiltrato quel territorio. C’è la necessità di comprendere bene gli avvenimenti che hanno colpito la zona del porfido per avviare un percorso di risanamento democratico con la collaborazione delle istituzioni, delle associazioni, dei comitati e della comunità locale». Così il prefetto di Trento, Filippo Santarelli, durante il dibattito ‘Infiltrazioni mafiose, analisi e difesa del territorio per un futuro libero e democratico’ svoltosi a Lona Lases, il comune trentino al centro del processo ‘Perfido‘ che ha determinato la presenza di una locale di ‘ndrangheta nel tessuto economico del porfido. Inchiesta che ha portato all’azzeramento dell’amministrazione comunale e la nomina di un commissario, l’ex questore di Trento, Alberto Francini. Per tre volte consecutive, le elezioni per il rinnovo del sindaco e del consiglio comunale sono andate a vuoto. «L’azione della magistratura, che attraverso le sentenze pone dei capisaldi in merito a questo genere di situazione e riduce il rischio di derive, deve essere accompagnata da un processo di partecipazione e impegno al fine di poter arrivare, nel caso di Lona Lases, a un’amministrazione eletta dai cittadini – ha aggiunto il prefetto -. La comunità non sarà lasciata sola, l’impegno del commissario del governo e delle forze dell’ordine sarà massimo».
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