LOCRI Un lavoro di sensibilizzazione che parte dai banchi di scuola e che vede l’impegno attivo degli studenti per dire “Basta” agli atti intimidatori contro gli amministratori locali. Un fenomeno sempre in maggiore espansione che in Calabria colpisce sindaci, assessori, consiglieri comunali, amministratori regionali e dipendenti della Pubblica Amministrazione con incendi, aggressioni e invio di proiettili, le tipologie di intimidazione maggiormente utilizzate. In tutta Italia sono 23 gli istituti scolastici che hanno partecipato a un progetto nell’ambito di specifici percorsi di sensibilizzazione sul tema, promossi dai Ministeri dell’Interno, della Giustizia e dell’Istruzione e del Merito. I diversi progetti, che hanno coinvolto gli studenti di 8 regioni d’Italia – Calabria, Campania, Lazio, Liguria, Lombardia, Puglia, Sardegna, Veneto – sintetizzano gli spunti di riflessione emersi durante numerosi incontri organizzati nelle scuole. Tra i ventotto istituti in prima linea sulla sensibilizzazione al tema ce ne sono ben quattro calabresi: l’Ipsia di Locri-Siderno, l’Istituto d’Istruzione Superiore di Corigliano Rossano, l’Istituto Tecnico Economico di Lamezia Terme e l’Istituto di Istruzione Superiore Itg-Iti di Vibo Valentia. È stato presentato al Viminale un video che raccoglie i momenti più significativi dei lavori realizzati. «Con i loro contributi – fa sapere il Viminale – gli studenti hanno valorizzato i delicati compiti svolti dagli amministratori locali, il loro impegno nella gestione della cosa pubblica e il coraggio di chi, nonostante le minacce subite, non ha mai rinunciato al proprio mandato».
Il video è stato proiettato nel corso di una riunione dell’Osservatorio nazionale sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali, a cui hanno partecipato i ministri dell’Interno, Matteo Piantedosi e della Giustizia, Carlo Nordio, i sottosegretari all’Interno Wanda Ferro, per l’Istruzione e il Merito, Paola Frassinetti e per la Giustizia, Andrea Ostellari, insieme ai rappresentanti dell’Anci, dell’Upi e dell’Associazione “Avviso pubblico”. Per l’impegno profuso nell’iniziativa gli istituti riceveranno una targa ricordo che, simbolicamente, sarà la traccia visibile della sensibilità al tema.
«Occorre non solo un lavoro di repressione ma anche di sensibilizzazione che parta dai banchi di scuola», ha dichiarato il dirigente scolastico Gaetano Pedullà nel corso dell’evento seguito dall’Ipsia di Locri, al quale ha preso parte anche la prefetta di Reggio Calabria Clara Vaccaro. «Si tratta – ha spiegato il preside Pedullà – di un progetto di educazione civica che ha visto coinvolti gli studenti nella sensibilizzazione riguardo a una tematica di scottante attualità, una questione di vitale importanza per la tenuta delle istituzioni democratiche. Purtroppo è un fenomeno di cui non si parla mai abbastanza, quelli che noi conosciamo sono forse i fatti più eclatanti. Occorre sensibilizzare le giovani generazioni affinché capiscano che si tratta di un attentato alle libertà democratiche perché significa in sostanza privare le comunità locali di una propria rappresentanza, condizionando l’agire amministrativo».
«Il messaggio concreto che i ragazzi vogliono dare è quello di non girarsi dall’altra parte e quindi essere parte attiva di una comunità che per reagire deve necessariamente fare qualcosa», ha detto Vaccaro che ha sottolineato l’importanza di «intercettare fino in fondo quelle che sono le richieste dei giovani, i loro bisogni, i loro disagi, al fine di riaprire un dialogo». (m.ripolo@corrierecal.it)
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