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Ponte di Messina, Cgil: «Gioco delle “3 carte” che toglie risorse a Calabria e Sicilia»

Affondo del segretario confederale Gesmundo e dei generali di Calabria e Sicilia, Sposato e Mannino: «Azione piratesca ai danni di due regioni»

Pubblicato il: 14/12/2023 – 11:17
Ponte di Messina, Cgil: «Gioco delle “3 carte” che toglie risorse a Calabria e Sicilia»

REGGIO CALABRIA «Mentre tutte le analisi, a partire da quella dello Svimez, confermano che senza l’utilizzo massiccia di risorse aggiuntive il Mezzogiorno rischiando la più cruda recessione, vengono sottratti alla Sicilia e alla Calabria 1.600 milioni del Fondo di Sviluppo e Coesione per dirottarli sul Ponte dello Stretto. Proprio come nel gioco delle tre carte il ministro Salvini fa apparire e scomparire, a suo piacimento, le risorse». È quanto dichiarano in una nota congiunta il segretario confederale della Cgil nazionale Pino Gesmundo ei segretari generali della Cgil Calabria e della Cgil Sicilia, Angelo Sposato e Alfio Mannino. Per i dirigenti sindacali «pur di raschiare il barile, visto che le risorse vere per il Ponte sono pochissime e quelle certe si fermano a 780 milioni per il 2024, giusto per mettere qualche prima pietra a fini elettorali per le Europee, viene compiuta un “azione piratesca” ai danni di due Regioni, la Calabria e la Sicilia, sottraendo loro una quantità immensa di risorse europee che dovrebbero essere destinate a colmare il divario socioeconomico e superare gli squilibri territoriali. Il tutto – sottolineano – senza una discussione di merito che investa le due istituzioni interessate e i Consigli Regionali, che su un aspetto di tale importanza non possono restare silenti o, peggio, essere esautorati, e lo stesso Partenariato economico-sociale». Mannino specifica che «la stessa Giunta regionale Siciliana, che in un primo tempo si era resa disponibile ad utilizzare un miliardo di sue risorse del FSC 2021-2027, ha revocato polemicamente questa sua disponibilità».
«Il Mezzogiorno – ribadisce Gesmundo – ha necessità di modernizzare le sue infrastrutture ferroviarie e stradali, oggi in pessime condizioni, con linee ferroviarie a binario unico, non elettrificate e tanto meno messe in sicurezza e l’alta velocità che si ferma a Salerno. Occorre inoltre, come si dimostra lultimo tragico incidente a Thurio di Corigliano Rossano, garantire la sicurezza dei lavoratori delle ferrovie e dei cittadini».
Sposato aggiunge che «servirebbero parole chiare per quanto concerne una delle priorità ferroviaria strategica del Sud, la Salerno-Reggio Calabria, che rischia di fermarsi a Rovagnano, e conoscere le reali intenzioni del Governo nazionale relativamente all’utilizzo dei 9.400 milioni messi a disposizione dal piano complementare per la realizzazione dei lotti successivi. Come occorrerebbero impegni precisi e vincolanti anche per quanto riguarda la realizzazione della Statale 106, la fantomatica ‘strada della morte’, impraticabile e pericolosa lungo l’intero asse jonico della Calabria orientale, priva ad oggi di una moderna arteria autostradale».
«Continuiamo ad assistere alla sostanziale incapacità di utilizzare i finanziamenti europei e a definanziamenti, come per la Roma-Pescara, la Palermo-Messina e la Bari-Napoli, e come quelli relativi alle opere di messa in sicurezza del sistema di gestione del traffico ferroviario (ERTMS). La posta in gioco – concludono i segretari della Cgil – è troppo alta per il Mezzogiorno, chiediamo che le risorse del Pnrr, al di là dei continui proclami, siano effettivamente utilizzate aprendo i cantieri e dando inizio ai lavori».

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