«Le bocciature fanno sempre male, soprattutto se a riceverle sono candidati che pensavano di essere arrivati preparati all’esame! Stiamo parlando della recente bocciatura di Cosenza alla candidatura di Capitale Italiana della Cultura 2026, da parte del Ministero della Cultura che ha scelto le 10 finaliste, escludendo appunto Cosenza, che aveva presentato la sua candidatura lo scorso settembre con il dossier “Dai sogni ai segni”. Ma allora la domanda è: siamo andati veramente preparati all’esame? Senza nulla togliere agli sforzi dedicati alla candidatura non andata a buon fine, LaCosenzaCheVuoi propone la sua analisi dei fatti e alcuni spunti di riflessione, come sempre in chiave costruttiva. Leggendo il bando pubblicato sul sito del Ministero della Cultura, tra gli obiettivi dell’iniziativa ne saltano subito agli occhi due, continuano i referenti del movimento politico Giacomo Martirano e Giovanni Gentile: “il rafforzamento della coesione e dell’inclusione sociali, nonché dello sviluppo della partecipazione pubblica” ed “il miglioramento dell’offerta culturale, la crescita dell’inclusione sociale e il superamento del cultural divide”.
Invece, il dossier “Dai sogni ai segni” fa troppa leva sui tanti interventi ancora in progetto, alcuni dei quali già avviati, a valere sul CIS e su Agenda Urbana e poca leva invece sulla capacità di questi interventi puntuali di creare un humus fertile per la rinascita economica e sociale della nostra città. In buona sostanza, riemergono delle perplessità che il movimento La Cosenza che Vuoi si è posto in tante altre circostanze in seguito ai proclami diramati dalla giunta Caruso. Per esempio, LaCosenzaCheVuoi si è soffermata più volte su questo argomento, tentando di stimolare vari dibattiti, sulla necessità di una strategia integrata per Cosenza Vecchia, che consenta in primis di migliorare le condizioni di vita dei suoi abitanti. Ben vengano gli attrattori culturali, che porteranno auspicabilmente flussi turistici dall’esterno, ma bisogna partire dalla consapevolezza che da soli non bastano, se non sono accompagnati e sostenuti da una politica agevolativa che inverta la tendenza di spopolamento di famiglie e attività commerciali e attragga nuovi residenti e nuove attività economiche, uniche basi solide per uno sviluppo duraturo. Per non parlare della condizione di tutta una serie di servizi essenziali in cui versa la città, dai rifiuti, ai trasporti, alla sicurezza, alle difficoltà delle periferie. Sono queste le materie d’esame su cui LaCosenzaCheVuoi continuerà a stimolare l’Amministrazione, affinché i nostri concittadini abbiano tutte le promozioni che meritano. È il momento, a due anni suonati dall’amministrazione Caruso, che la nostra Cosenza, cittadini in primis, incominci a costruire attraverso un’azione sinergica tra le forze politiche attente e operative, quelle condizioni sociali e politiche che la porteranno a meritare realmente di diventare capitale della Cultura».
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