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LA CONFERENZA STAMPA

Giorgia Meloni: «Cutro il momento più difficile del 2023»

La premier: «Non credo nelle sperequazioni fra nord e sud, l’Autonomia non è togliere a una regione per dare a un’altra»

Pubblicato il: 04/01/2024 – 11:31
Giorgia Meloni: «Cutro il momento più difficile del 2023»

ROMA  «Sarà un anno molto complesso per tutti, un anno che vede molte scadenze importanti, penso alla presidenza italiana del G7, per la quale siamo tutti molto impegnati». Dalla stampa «non mi aspetto sconti e devo scusarmi perché la conferenza stampa è stata rimandata due volte per motivi di salute, non c’era alcun intendimento di scappare dalle domande». Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni aprendo la conferenza stampa di fine anno, rinviata ad oggi per motivi di salute della premier. Meloni ha sottolineato come il momento più difficile politicamente del 2023 sia stato Cutro.
«L’Italia è un Paese in cui tutti investirebbero più volentieri se avessero maggiori certezze. La riforma della giustizia e della burocrazia sono le mie priorità. In giro per il mondo c’è tanta voglia di Italia, ma serve stabilità». Sulle due priorità, la premier precisa: «bisogna avere il coraggio, e io vorrei farlo quest’anno, di metterci le mani, di formare in maniera seria per dare segnale che l’Italia non vuole più essere fanalino di coda degli investimenti esteri». «Non è facile, in questa nazione – aggiunge – quando si cerca di mettere mano ad alcuni ambiti, le opposizioni si fanno sentire». La presidente ha poi ammesso di aver chiesto la sospensione del deputato di Fratelli d’Italia Emanuele Pozzolodopo lo sparo alla festa di Capodanno. «Non conosco la dinamica dei fatti, in ogni caso qualcuno non é stato responsabile e non lo é stato chi detiene quell’arma e figuriamo se parlamentare di FdI, per questo ho chiesto sul piano politico che venga deferito ai probiviri di Fratelli d’Italia e che nelle more del giudizio venga sospeso da FdI».

Caso Anas

Dal “caso Pozzolo” al caso “Anas”. La premier riferisce anche in merito all’inchiesta che vede coinvolti Tommaso Verdini, indagato per corruzione e turbativa d’asta. Nelle intercettazione della vicenda Anas «Salvini non viene mai chiamato in causa e dunque non pendo debba riferire». 

La legge bavaglio

«Io penso che lei sappia che la norma è frutto di un emendamento parlamentare che arriva da un esponente dell’opposizione su cui c’è stato parere favorevole del governo ma non è un’iniziativa del governo per cui la manifestazione sotto Palazzo Chigi, quando iniziativa non è del governo doveva essere sotto il Parlamento visto che le Camere si sono assunte le responsabilità. L’emendamento riporta l’articolo 114 del codice di procedura penale al suo perimetro originario. La riforma Orlando fece un’eccezione consentendo la pubblicazione delle intercettazioni. Qui non si toglie il diritto del giornalista ad informare io non ci vedo un bavaglio a meno che non si dica che la stampa sia stata imbavagliata fino al 2017. A me pare un’iniziativa valida, forse non l’avrei presa, io non l’ho fatto, ma mi pare una norma di equilibrio tra il diritto di informare ed il diritto alla difesa del cittadino». Questo il commento della premier a chi chiedeva conto della cosiddetta legge bavaglio e della manifestazione del Fnsi davanti a Palazzo Chigi. La premier interviene anche sul tema della riforma dell’Ordine e del sistema di voto per l’Ordine dei giornalisti. «Sono pienamente disponibile, in questa legislatura c’è un intergruppo parlamentare, credo sarebbe più bello che una iniziativa arrivasse dal Parlamento, ma se ci fossero lungaggini non avrei problemi a ipotizzare un intervento».

Tasse e tagli alla spesa

«Non sono per l’aumento delle tasse, ma per il taglio della spesa», dice la premier «non sappiamo quale sarà lo sviluppo dell’economia italiana in quest’anno, la crescita è stimata superiore a quella europea. Non sono per aumentare le tasse, lavorerò sul taglio della spesa pubblica». Ed ancora, «confido che lungo questo anno si posa essere ragionevoli e immaginare una diminuzione dei tassi di interesse, che libererebbe diverse risorse che abbiamo da pagare sul debito pubblico».

Il Mes

«Non credo che il tema della mancata ratifica del Mes vada letto in relazione ai risultati del patto di stabilità», sostiene Meloni. Che aggiunge: «Io sono soddisfatta delle condizioni raggiunte sul Patto, certo non è quello che avrei voluto ma è quello che emerge da una sintesi». E sulla modifica, «è stata bocciata perché non c’è mai stata la maggioranza in Parlamento. L’ex governo Conte ha sottoscritto la modifica di un Trattato quando sapeva che non c’era maggioranza per ratificarla, questo ha messo l’Italia in una posizione di difficoltà. Sappiamo come la pensava il M5s che infatti ha votato contro. Io penso che sia stato un errore sottoscrivere la modifica del trattato perché ha creato situazione difficile sapendo che non c’era maggioranza».

L’intelligenza artificiale

La premier dedica un passaggio all’utilizzo dell’intelligenza artificiale. «Il tema dell’intelligenza artificiale è una materia che questo governo porterà tra le questioni prioritarie di gestione della presidenza del G7, sono particolarmente preoccupata dall’impatto dell’intelligenza artificiale su vari livelli e particolarmente sul tema del mercato del lavoro».

La candidatura alle Europee

«Sulla mia candidatura alle elezioni europee non ho ancora preso una decisione», risponde Meloni alla domanda di un giornalista. «Anche ora, da premier, ritengo che misurarsi con il giudizio dei cittadini sarebbe una cosa utile ed interessante». «Io lavoro per costruire una maggioranza alternativa che negli ultimi mesi ha dimostrato di poter esistere su alcuni dossier», se questo non fosse possibile all’esito delle elezioni europee, come si sa io non sono mai stata disponibile a una fare un’alleanza parlamentare con la sinistra», continua Meloni. Poi la chiosa: «Dovremmo essere più consapevoli del nostro ruolo. Perché l’Italia non ha minori diritti di quelli degli altri Paesi». 

Il confronto tv

La premier sostiene di essere pronta ad un eventuale confronto tv con la segretaria del pd e leader dell’opposizione Elly Schlein. «Credo sia giusto che il presidente del consiglio dei ministri si confronti con la leader dell’opposizione prima della campagna elettorale delle europee. Non credo che dovrebbe essere solo la questione femminile il tema del confronto: siamo due donne ma siamo anche due leader di partiti e due leader politici si confrontano su tutte le materie. Sono disponibile al confronto».

Il piano Mattei

«Non ritengo soddisfacenti» i risultati sull’immigrazione «soprattutto rispetto alla mole di lavoro che ho dedicato a questa materia, penso che se non l’avessi fatto le cose sarebbero andate molto molto peggio», esordisce la premier parlando di immigrazione. E poi continua dedicando spazio al Piano Mattei che «è più avanti di quanto sembri, ci sarà tra qualche settimana la conferenza Italia-Africa e sarà quella l’occasione per presentare il Piano, non è solo l’energia il nostro focus», dice Meloni. «Non risolveremo mai questo problema delle migrazioni se pensiamo solo a come gestire i migranti una volta che arrivano in Europa. C’è solo un modo per risolvere il problema, che è lavorare a monte, con il Piano Mattei ad esempio. Un focus della presidenza italiana del G7 sarà l’Africa, l’Europa deve tornare a concentrarsi sul continente, ricchissimo soprattutto di materie prime critiche, ma allo stesso tempo destabilizzato. Finora, non ha funzionato un certo approccio paternalistico e predatorio anche da parte europea, che non aiuta nel dibattito con questi paesi. Quello che va fatto in Africa non è carità, ma partership strategiche da pari a pari. Questo si fa con investimenti e strategia. Il Piano Mattei costruisce questa idea e il mio obiettivo è che diventi un modello».

Il Ddl concorrenza

Sul ddl concorrenza, riguardo il rinnovo delle concessioni per gli ambulanti «l’appello del Presidente Mattarella non resterà inascoltato e dovremo valutare nei prossimi giorni, con i partiti di maggioranza e con i ministri competenti, l’opportunità di interventi chiarificatori».  Così la premier, Giorgia Meloni, in conferenza stampa ha risposto a chi richiamava il discorso del presidente della Repubblica, Mattarella. «Sugli ambulanti l’intervento si è reso necessario per uniformare il trattamento che alcuni beneficiari avevano avuto di 12 anni nel 2020 con altri operatori che, soprattutto per difficoltà dei Comuni, non ne avevano beneficiato. Queste aziende vanno diminuendo e gli spazi aumentano».

Il Premierato e l’Autonomia differenziata

Sul premierato, la presidente del Consiglio dice: «la prima cosa che ho detto è che abbiamo scelto di non toccare i poteri del capo dello Stato e lo facciamo. Sappiamo che il capo dello Stato è una figura di garanzia, non vedo in cosa l’elezione del premier significhi togliere poteri al capo dello Stato, per me si crea un buon equilibrio e si rafforza la stabilità del governo». Per quanto riguarda l’autonomia differenziata, Meloni sottolinea: «Non credo nelle sperequazioni fra nord e sud, l’Autonomia non è togliere a una regione per dare a un’altra, ma stabilisce il principio che se tu gestisci bene le tue risorse lo Stato può valutare di darti anche altre competenze. Credo che questo possa essere un volano anche per il Mezzogiorno, non mi stupisce che a schierarsi contro l’autonomia siano quelli che spendono peggio i fondi Ue».

Terzo mandato sindaco-governatori

«Sul terzo mandato – ha detto Meloni – ravviso pro e contro, sono laica su questa materia. Sul metodo però, penso sarebbe corretto che una eventuale iniziativa venga presa dal Parlamento. Se il Parlamento intende prendere una iniziativa sul terzo mandato su sindaci e Presidenti di regione ne parlerò con il mio partito di riferimento. Non sarebbe una buona iniziativa se presa dal governo». 

«Draghi si è detto indisponibile alla presidente della Commissione Ue”

Su Mario Draghi candidato presidente alla Commissione Ue, Meloni ha detto che «è impossibile parlare oggi di questo, Draghi ha dichiarato poi di non essere disponibile. Con lui abbiamo fatto un passaggio di consegne improntato al rispetto, sono contenta che oggi collabori con la Commissione, ma oggi parlare del toto-nomi fa dibattito sulla stampa, ma non è il vero tema, che è invece cosa deve fare la Commissione prossima».

«Rai-Telemeloni? No, facciamo riequilibrio»

«Francamente – ha evidenziato sempre Meloni – le accuse di Rai come Telemeloni date da una sinistra che in passato con il 18% dei consensi esprimeva il 70% di posizioni in Rai. Facciamo un lavoro di riequilibrio». «La Rai è la principale azienda culturale del Paese – ha detto la premier – è una struttura pubblica con pregi e difetti. L’azienda ha suoi problemi e credo che molto si possa fare per migliroare, sul pluralismo, sull’ obiettività, e per evitare sprechi. Sono soddisfatta per il percorso intrapreso per ridurre l’indebitamento». «Ho letto critiche in tema di ascolti – ha proseguito – Ma la Rai fa servizio pubblico: se pensiamo di giudicare solo sul paramentro dell’audience perdiamo il senso del servizio pubblico. Poi ci sono state critiche sui palinsensi, ma l’ultimo report è di settembre, forse per valutare la governance bisogna aspettare di più». «Ho letto accuse di regime. Ma al tempo del governo Draghi io ero all’opposizione, ed è stato l’unico caso in cui l’unico partito d’opposizione non era presente dentro il Cda, una cosa mai accaduta e che mai accadrà. Non sentii parlare di regime». «Poi – ha aggiunto Meloni – vedo due pesi e due misure, Un giornalista Rai è venuto ad Atreju e dovrebbe dimettersi; ma io sono stata criticata per una vita da giornalisti Rai, anche quella è libertà di pensiero. Allora decidiamo le regole di ingaggio per i giornalisti Rai: non si può parlare di politica altrimenti ci si deve dimettere». «Abbiamo un servizio pubblico riequilibrato dopo anni che io come opposizione ho pagato. Secondo me il servizio pubblico consiste nel rappresentare il pluralismo».


«Momento più difficile del 2023? Cutro, politicamente»

«E’ un po’ difficile da selezionare, ma politicamente parlando probabilmente Cutro è stato il momento più difficile: 94 persone che muoiono e l’accusa che è colpa tua sono una cosa che pesa, anche se non ritengo che sia colpa mia ma l’accusa pesa». Così Giorgia Meloni rispondendo ad una domanda su quale fosse stato il momento più difficile del 2023. «Anche se – ha aggiunto – ce ne sono stati sicuramente diversi».

«Preferisco andare a casa che accettare le scelte altrui»

«Io penso – ha detto ancora Meloni – che qualcuno in questa nazione abbia pensato di poter dare le carte, ma in uno Stato normale non ci sono condizionamenti, l’ho visto accadere e non dico di più. Vedo degli attacchi e pensano che ti spaventi se non fai quello che vogliono, ma io non sono una che si spaventa facilmente, preferisco 100 volte andare a casa, hanno a che fare con la persona sbagliata. Ci sono quelli che pensano che possono indirizzare le scelte, ma con me non funziona, io sono il premier e le faccio io, me ne assumo la responsabilità».

«Non lavoro a un rimpasto di governo»

«Non mi occupo delle candidature per le elezioni europee. Non voglio, non auspico e non lavoro a un rimpasto» ha detto ancora Meloni in conferenza stampa. «Poi – ha aggiunto – quello che faranno i vari partiti nelle candidature lo valuteremo. Abbiamo valutato le ipotesi di candidare i tre leader della maggioranza, ma non ne abbiamo parlato né ci siamo posti il problema. Ma io non lavoro per ottenere un rimpasto».

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