ROMA Una recente relazione curata dall’ufficio parlamentare di bilancio, con dati aggiornati a novembre scorso, delinea un quadro preoccupante per quanto attiene la spesa dei fondi per il Pnrr. Secondo il documento, nel 2023 i fondi effettivamente erogati sarebbero pari ad appena il 7,4% della spesa programmata. Secondo quanto riportato da Openpolis, un altro elemento che emerge dall’analisi riguarda i dati sulla spesa «trainati da quei progetti che non prevedono la realizzazione di opere da parte dei soggetti pubblici. Parliamo in particolare di quelle misure che riguardano incentivi ai privati. Ad esempio, sono stati spesi 8,7 miliardi di euro per interventi legati a ecobonus e sismabonus». La seconda misura che ha assorbito più fondi è quella legata al credito d’imposta per le imprese nell’ambito di Transizione 4.0 (5,4 miliardi). La terza misura invece è quella relativa alla valorizzazione del territorio e all’efficienza energetica dei comuni.
Dal rapporto dell’Upb si osserva che a fine novembre risulta quasi completata la fase di assegnazione delle risorse del Pnrr ai soggetti attuatori selezionati. Il 67% dei fondi assegnati risultava già allocato a singoli progetti. «La quota di progetti già conclusi è bassa dappertutto ma nelle regioni del nord Italia è quasi doppia rispetto a quella del meridione». Come osserva Openpolis. «le regioni del sud sono quelle che incontrano le maggiori difficoltà nel fare le gare e assegnare i lavori». L’Upb attribuisce queste disparità in parte a storiche difficoltà del mezzogiorno nella preparazione e nello svolgimento delle gare, soprattutto da parte di stazioni appaltanti di piccole dimensioni. (redazione@corrierecal.it)
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