GIOIA TAURO C’è un tema che si è imposto con forza nel corso degli ultimi giorni: la crisi di Suez. Gli attacchi ai convogli commerciali da parte del gruppo armato yemenita degli Huthi e l’operazione anglo-americana contro le postazioni dei ribelli, potrebbero mettere in ginocchio alcuni principali porti italiani, compreso lo scalo calabrese di Gioia Tauro. Il Canale di Suez è una delle più importanti rotte dei commerci internazionali e quanto sta accadendo ha evidentemente importanti riflessi sul sistema portuale italiano nel Mediterraneo. Qual è la situazione a Gioia Tauro? Il Corriere della Calabria lo ha chiesto ad Andrea Agostinelli, presidente dell’Autorità portuale di Gioia Tauro.
«Tutta l’economia marittima nazionale sta soffrendo questo problema geopolitico, così come nel passato ha sofferto i vari shock petroliferi e altri problemi che hanno coinvolto il canale di Suez. Cosa mi aspetto? Mi aspetto una modesta flessione di traffici come sempre abbiamo registrato nel primo mese dell’anno, poi i conti li faremo a fine mese. Ma io sono molto confidente del fatto che il Porto di Gioia Tauro possa resistere anche a questa crisi».
«Sono due le ragioni fondamentali, noi abbiamo un vantaggio e una fortuna. Il vantaggio è di avere un porto modernissimo capace di ormeggiare le navi portacontenitori più grandi del mondo. E poi la fortuna di avere due armatori terminalisti che credono nel porto di Gioia Tauro, che investono nel porto. E quindi i loro investimenti e il loro credere nel porto di Gioia Tauro compenseranno eventuali flessioni. Poi non so se saranno flessioni particolari o se si registrerà un ritardo nella catena degli approvvigionamenti delle merci. Perché questo è vero, succede. Le merci arrivano con 15-20 giorni di ritardo rispetto agli ordinativi e anche le merci in export soffriranno».
«In questo momento l’economia marittima è piuttosto volatile per motivi, ripeto, legati alla geopolitica, per motivi addirittura climatici, perché guardi che il canale di Panama sta soffrendo una crisi idrica che permette di adoperare il canale solo al 60% delle sue potenzialità. Noi abbiamo previsioni per quanto riguarda il porto di Gioia Tauro di un mantenimento dei traffici, anzi addirittura certi traffici sono stati spostati da Malta sul porto di Gioia Tauro e per quanto riguarda il terminalista che fa riferimento al gruppo Grimaldi abbiamo addirittura previsioni in aumento dei convogli ferroviari. Le nostre previsioni non sono così pessimistiche». (redazione@corrierecal.it)
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