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Droga, smartphone e alcolici: nelle carceri entra di tutto. Il Dap pensa a nuove misure di sicurezza

A Cosenza, un recente blitz ha portato al sequestro di cellulari e stupefacenti. «I progetti riguardano l’utilizzo dei droni e la schermatura dei telefoni»

Pubblicato il: 17/01/2024 – 12:00
Droga, smartphone e alcolici: nelle carceri entra di tutto. Il Dap pensa a nuove misure di sicurezza

COSENZA L’operazione può ritenersi conclusa. La polizia penitenziaria, nei giorni scorsi, ha eseguito un blitz all’interno dell’istituto penitenziario bruzio “Sergio Cosmai” di Cosenza. Al termine dell’attività, sono stati rinvenuti e sequestrati sei telefoni cellulari e quasi 30 involucri contenenti sostanze stupefacenti suddivise in dosi. Come sono stati introdotti gli smartphone all’interno del carcere? E la droga? A queste domande risponderà chi indaga sull’ennesimo ingresso di materiale proibito all’interno di un istituto penitenziario. Nel Tribunale di Cosenza si è recentemente concluso un processo a carico di due presunte “guardie infedeli“, condannate a pene pesanti (qui la notizia). Da quanto emerso, l’istituto penitenziario si era trasformato in una pensione d’oro per alcuni detenuti. Nel carcere bruzio, come sostenuto dal pentito Mattia Pulicanò, i due agenti «facilitavano l’ingresso in cella di qualsiasi cosa: mp3, profumi, orologi, alcolici e cibi vietati». Sempre il collaboratore di giustizia ha sottolineato il contributo delle “guardie” nello scambio di informazioni, tra i membri della consorteria criminale dall’interno all’esterno del carcere, tramite pizzini e “mbasciate”. Insomma una prassi vecchia e a quanto pare consolidata che non viene minimamente scalfita dalle restrizioni e dalle pene. I detenuti continuano a ricevere “doni” non consentiti.

Nuovi dispositivi di sicurezza

Pare evidente la necessità di porre un freno ad una cattiva consuetudine. Gli organici risicati e il sovraffollamento non facilitano evidentemente il compito di chi è chiamato a sorvegliare. Ecco perché il Dap, Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, sta pensando a nuove misure di sicurezza. A dirlo al Corriere della Calabria è Giovanni Battista Durante, dirigente aggiunto del corpo di Polizia Penitenziaria e segretario generale aggiunto del Sappe. Si parte dall’utilizzo dei droni. «Il corso di formazione per gli agenti partirà a breve e dopo un necessario periodo di formazione, sarà possibile sorvolare il perimetro delle carceri per monitorare quanto accade all’interno dell’istituto». Un ottimo deterrente, ma non basta. E infatti, il Dap sta pensando anche ad una schermatura per oscurare il segnale degli smartphone e vietare qualsiasi comunicazione con l’esterno. «Il progetto che riguarda la schermatura si concluderà tra qualche mese», la speranza è di attivarlo prima dell’estate 2024. Qualcosa si muove.

Il Question time sul sovraffolamento

Proprio oggi, alle 15, è previsto il question del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, pronto a rispondere alle interrogazioni sul fenomeno del sovraffollamento carcerario, sull’attuazione degli interventi di edilizia penitenziaria e ulteriori iniziative necessarie a migliorare le condizioni di vita e di lavoro all’interno delle carceri. Nordio ha illustrato la Relazione sulla amministrazione della Giustizia, soffermandosi sulla costruzione di nuove carceri «E’ difficilissimo per i vincoli idrogeologici, urbanistici, per i vincoli ambientali» e «l’unica possibilità che abbiamo è quella di avvalersi di strutture già esistenti e che siano compatibili con la struttura di un carcere». Nordio ha riproposto la sua idea di utilizzare «le tantissime caserme che abbiamo che sono perfettamente compatibili» e «soprattutto per la detenzione di reati minori». «Un carcere che abbia ampi spazi – ha chiosato Nordio – consente le due due forme essenziali della rieducazione previste dalla Costituzione: il lavoro e l’attività sportiva».
(f.benincasa@corrierecal.it)

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