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Crotone, caso “Romolo Hospital”: il Tar sospende il divieto imposto dall’Asp

Il commissario aveva annunciato alla proprietà della clinica urologica il blocco delle erogazioni sanitarie. Concessa la sospensiva

Pubblicato il: 18/01/2024 – 21:14
di Gaetano Megna
Crotone, caso “Romolo Hospital”: il Tar sospende il divieto imposto dall’Asp

CROTONE L’Azienda sanitaria provinciale di Crotone aveva “fatto divieto” alla clinica urologica Romolo hospital, di Rocca di Neto, di “erogare prestazioni sanitarie” e il Tribunale amministrativo regionale della Calabria ha sospeso “l’esecuzione del provvedimento” accogliendo la richiesta del legale rappresentante della struttura sanitaria privata. Il commissario e il direttore amministrativo dell’Asp pitagorica, lo scorso 10 gennaio, con una Pec protocollo n. 001752, hanno annunciato alla proprietà della clinica urologica il blocco delle erogazioni sanitarie in quanto “sono ancora in corso le verifiche del possesso dei requisiti strutturali ed organizzativi per il rilascio dell’autorizzazione all’esercizio delle attività sanitarie”. Una struttura sanitaria che è operativa da tanti anni. La Pec dell’Asp di fatto bloccava le attività della clinica, dove quotidianamente vengono eseguiti interventi di cancro alla prostata, ai reni oltre ad interventi che risolvono patologie non cancerogene (benigne). La lista di attesa dei pazienti, provenienti da ogni angolo della Calabria, ma anche da altre regioni del Sud Italia è molto lunga. Il Tar Calabria ha deciso di concedere la sospensiva del provvedimento in quanto “risultano pendenti presso la struttura – oltre a vari ricoveri – anche procedure di “pre-ospedalizzazione” che non possono trovare alternativa in caso di immediata cessazione di prestazioni sanitarie come genericamente indicate nel provvedimento impugnato”. Che fine farebbero i pazienti che sono prossimi agli interventi, se si bloccano le attività? Inoltre, il Tar ha tenuto conto del fatto che la struttura che ospita il Romolo hospital “non è di primo impianto ma già presente da anni”. Per quanto riguarda, invece, il possesso dei requisiti per svolgere le attività sanitarie (strutturali e organizzative) “sono ancora in corso le verifiche” e non si prevede “un orizzonte temporale certo nelle conclusioni del procedimento”. Bloccando, in queste condizioni le attività, si rischia di dare un colpo di grazia ad una clinica che ha raggiunto risultati importanti per l’utenza. Il Tar conclude dicendo che la clinica ha alle proprie dipendenze “90 unità lavorative e che sono in corso progetti di collaborazione, anche a livello universitario”. Verrebbero meno 90 posti di lavoro in un territorio dove la disoccupazione impera. Accoglie, quindi, la richiesta di sospensiva del procedimento e “fissa per la trattazione collegiale la camera di consiglio del 14 febbraio prossimo”. Non è facile comprendere la decisione della direzione strategica dell’Asp pitagorica, anche perché non sono stati forniti elementi per comprendere appieno la scelta, alla luce anche (lo scrive anche il Tar) del fatto che la clinica è in attività da tantissimi anni. A Crotone si racconta – magari il pensiero è privo di ogni fondamento – che ci sarebbe un interesse di altre strutture private calabresi non ben definite sui 40 posti letto assegnati al Romolo hospital. 

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