COSENZA Sì, d’accordo, non bisogna generalizzare perché l’acqua che sgorga dalle fontane pubbliche è altra cosa rispetto a quella (che manca) nelle case dei cosentini (proprio oggi l’ultimo disguido di una lunghissima serie) però fanno un certo effetto, da qualche giorno, le sei file di getti potentissimi – con tanto di giochi di luce in funzione anche di giorno ma molto suggestivi solo col buio, naturalmente – che continuano ad attirare attenzioni (e ironia, ma anche qualche stranito selfie e sognanti storie notturne su instagram) nel tratto più a sud di viale Mancini: proprio ai piedi delle Aquile di Cesare Baccelli, simbolo per decenni della socialità stanziale cosentina nella ex piazza Kennedy oggi inglobata nell’isola pedonale musealizzata, questi enormi schizzi d’acqua sembrano quasi una nemesi nella città perennemente assetata e condannata, soprattutto nei quartieri bassi del centro abitato, alla immarcescibile “bacinella” che da decenni salva i contribuenti nelle ore in cui il prezioso liquido scarseggia (orientativamente mezza giornata).
«Cca nicci vinìmu facìm‘a doccia» la più amara e ricorrente battuta partorita dalla più disillusa e tranciante ironia bruzia demolitoria.
La pavimentazione non presenta particolari dislivelli o canali di deflusso dunque non serve un tecnico per notare, almeno per adesso, un certo qual ristagno.
In principio – era venerdì – qualcuno, passando di lì, zona Due Fiumi, pensò a una perdita: dei geyser magari riconducibili a una tubatura rotta, scenario in realtà non inedito benché con gittata meno potente (poi però persino l’automobilista imbottigliato nel traffico ostinato e puntuale della rotatoria di via Popilia-via Cesare Baccelli non poteva non notare il perfetto e dunque voluto allineamento dei getti d’acqua); o forse una prova per la nascitura fontana-piscina poco distante e ancora a secco? No no, era proprio una installazione idrica, con un fascinoso piglio apotropaico (chissà se servirà a ridurre le carenze ataviche?!?) e magari celebrativo in onore dei cantieri in (perenne) dirittura d’arrivo.
Comunque sia, ai primi caldi siamo pronti a scommettere che non mancheranno le docce en plein air dei giovani cosentini reduci dai campetti del vicino parco benessere – o dei cittadini che, stufi della “bacinella” di cui sopra, preferiranno andarsi a rifocillare all’ombra delle “quaglie” baccelliane e dei palazzoni che stanno iniziando a invadere l’area ai piedi del ponte di Calatrava. (euf)
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