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il caso

Assistente capo della polizia penitenziaria di Cosenza vince la sua battaglia al Tar

Accolto il ricorso proposto dall’avvocato Dario Sammarro: annullato il trasferimento a Napoli Secondigliano

Pubblicato il: 19/02/2024 – 12:42
Assistente capo della polizia penitenziaria di Cosenza vince la sua battaglia al Tar

COSENZA Si chiude con un finale decisamente positivo, la vicenda che ha coinvolto un agente penitenziario cosentino, S.V. e la sua famiglia (composta da moglie e due giovani figlie). Lo spauracchio del trasferimento coattivo nella sede penitenziaria di Napoli Secondigliano viene “scacciato” dalla sentenza del 14 febbraio 2024 del Tar Lazio, Sezione Quinta.

La vicenda

In seguito all’apertura della procedura di trasferimento, l’agente S.V. in servizio nella sede di Cosenza – nonostante avesse tempestivamente provveduto a revocare la propria scelta di trasferimento entro i termini di legge – subiva gli effetti del provvedimento del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria del 7 Agosto 2023 che rigettava di revoca ed imponeva il passaggio alla sede di Napoli Secondigliano. Il provvedimento dell’Arma veniva motivato dalla «non tempestività della revoca esercitata dall’agente» e contestava «la pregevolezza delle altre motivazioni poste a sostegno della revoca» (tra le quali alcune connesse ad importanti interessi familiari). Nel corso del giudizio è emerso tramite delle difese dell’avvocato Dario Sammarro, strutturate con il supporto del Docente Universitario Renato Rolli, come la revoca dovesse essere ritenuta effettiva e perfezionata; ciò alla luce della corretta applicazione del Provvedimento del Capo del Dipartimento A. Penitenziaria del 6 Agosto 2021 avente ad oggetto i Criteri di mobilità a domanda del personale della Polizia penitenziaria, da leggersi in combinato disposto con la Circolare dello stesso Dipartimento dell’ A.Penitenziaria dell’ 8 Settembre 2021.

Il commento dei legali

La sentenza del Tar ha accolto totalmente le tesi del difensore, in richiamo di un altro precedente giurisprudenziale, annullando gli atti impugnati. Concretamente, S.V. resta legittimato a continuare a svolgere il proprio lavoro nella sede di Cosenza, dove risiede con il proprio nucleo familiare. Gli avvocati Sammarro e Rolli «esprimono grande felicità per questo risultato che va aldilà del dato giuridico, ma consente ad un nucleo familiare “colpito” da un provvedimento viziato per violazione di legge ed eccesso di potere, di proseguire la propria vita in armonia, continuità ed unità. L’ esigenza di tutela, come nel caso di specie, deve passare dalla lettura ragionata delle fonti normative e presuppone uno studio approfondito del legame tra esse. Ricordiamoci che l’azione amministrativa deve sempre essere sorretta dal cd. Principio di legalità. Il privato spesso e volentieri si trova ad essere in una posizione di subalternità rispetto al potere amministrativo: è il caso, talvolta, che gli interessi contrapposti siano meglio bilanciati».

Il commento dei familiari

Commosso e grato il commento della moglie dell’Agente che «afferma di poter tirare un sospiro di sollievo. Non è esclusa l’attivazione di una azione di danno contro il comportamento dell’Amministrazione che ha causato ansia ed instabilità».
(redazione@corrierecal.it)

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