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Lo spaccio di droga nella Piana “viaggia” online: 18 persone arrestate – VIDEO E NOMI

Scoperto un florido mercato con base a Taurianova e ramificazioni a Rosarno, Platì e Gerocarne, dove avevano base i fornitori del narcotico

Pubblicato il: 29/02/2024 – 7:14
Lo spaccio di droga nella Piana “viaggia” online: 18 persone arrestate – VIDEO E NOMI

PALMI 18 indagati colpiti da misure cautelari: 9 persone finite in carcere e altri 9 ai domiciliari, su ordine del gip Federica Giovinazzo. Questo è il risultato dell’indagine “Perseverant”, coordinata dal Procuratore Emanuele Crescenti e dal Sostituto Procuratore Davide Lucisano della Procura di Palmi e condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria. Colpito un articolato giro di spaccio di sostanze stupefacenti, fortemente radicato all’interno del contesto territoriale dei Comuni di Taurianova e Rosarno.

Le indagini

A dare avvio alle investigazioni dei militari dell’Arma era stata la denuncia sporta dal padre di una giovane assuntrice di sostanze stupefacenti che, vista la brutta china che stava prendendo la figlia, aveva deciso di deporre l’orgoglio di genitore e confidare la dipendenza della ragazza ai Carabinieri della Stazione di Taurianova. Gli approfondimenti successivi fatti dagli investigatori, avviati nel marzo del 2020 e conclusi anni dopo, accertavano i timori dell’uomo, riscontrando l’esistenza di un florido mercato della droga leggera e pesante, con base a Taurianova e ramificazioni a Rosarno, Platì e Gerocarne, dove avevano base i fornitori del narcotico.

La droga durante il Covid

L’attività illecita non veniva interrotta neanche durante la pandemia Covid, le cui restrizioni venivano ampiamente aggirate dagli indagati che, per ridurre il rischio dei controlli, avevano messo da parte le autovetture ed avevano iniziato a consegnare lo stupefacente in bicicletta, direttamente presso le abitazioni degli acquirenti. Per mantenere i contatti con questi ultimi, visto il divieto di assembramento, tutte le comunicazioni venivano effettuate online, con canali Telegram, o di altre applicazioni di messaggistica, dedicati proprio ad accordare la domanda e l’offerta di narcotico. Numerosissime le cessioni riscontrate, per un giro di affari che gli investigatori hanno stimato superiore ad un milione di Euro.

Almeno 50 episodi

Sulla base degli elementi di prova così raccolti, secondo l’ipotesi d’accusa sposata dal gip di Palmi che ha firmato l’ordinanza cautelare, si ritiene che gli indagati, grazie a fonti di approvvigionamento sul territorio nazionale e all’estero, siano coinvolti almeno una cinquantina di eventi delittuosi. A incidere sulle valutazioni effettuate dal Gip di Palmi in merito alla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza a carico degli arrestati è stato il valore probatorio dei numerosi recuperi di varie sostanze stupefacenti, in primis cocaina e marijuana, realizzati dagli investigatori, con arresto in flagranza di 9 degli odierni arrestati. In particolare, il Giudice ha ritenuto di fondamentale importanza il rinvenimento di una piantagione di canapa indiana, ricavata in un bunker occultato da un capannone agricolo. Lì, tre metri sotto il terreno, gli indagati avevano meticolosamente allestito degli impianti idroponici, completi di sistemi di riscaldamento, ventilazione e illuminazione a lampade UV, destinati alla gestione di varie cultivar di canapa indiana, differenziate per il potenziale tossicomanigeno. In assenza dell’intervento dei militari dell’Arma, lo stupefacente, lavorato in dosi, avrebbe permesso agli indagati di ricavare utili non inferiore a 200.000 Euro.

In carcere:

Cambria Raffale;
Caruso Alessandro;
Demari Francesco;
Larosa Antonio;
Larosa Giuseppe;
Mammone Giuseppe;
Nasso Salvatore;
Perre Antonio;
Recupero Marco.

Ai domiciliari:

Capogreco Rosario;
Catania Gaetano;
Ciurleo Rocco;
Franchetti Giuseppe;
Gangemi Michele;
Garruzzo Carmelo;
Gutuman Sebastian Ionut;
Ichim Marius;
Lo Iacono Fiorenzo.

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