L’autonomia differenziata diventa sempre più carne viva del dibattito politico. Partiamo da una notizia. La presidente della Provincia di Cosenza, la “bersagliera” Rosaria Succurro, ha convocato il Consiglio provinciale per il prossimo 12 marzo con l’ordine del giorno “Autonomia differenziata: progetto di legge approvato dal Senato il 23 gennaio 2024. Analisi ed eventuali determinazioni”.
Un’importante verifica in campo ufficiale. Come è noto, Rosaria Succurro ha clamorosamente strappato con il suo partito, Forza Italia, che a Palazzo Madama ha votato il decreto Calderoli. Ha indetto una protesta in qualità di presidente Anci davanti alla Prefettura scatenando un putiferio che ha costretto il senatore Occhiuto (che ha votato ovviamente a favore) e il governatore della Calabria a prendere le distanze da una fedelissima di corrente, probabile candidata alle Europee. Succurro, grazie a una visita istituzionale in Kosovo ha disertato invece l’adunata del centrosinistra al teatro Rendano alla presenza del vescovo di Cosenza, evitando di continuare la polemica soprattutto con la Lega.
Ora il dibattito in Consiglio provinciale. Bene l’analisi, da vedere le “eventuali determinazioni”. Succurro strapperà con il suo partito e il suo schieramento di riferimento o ritornerà a Canossa con la stella polare del salvinismo più spinto? I fratelli Occhiuto faranno sentire il loro pensiero?Si vedrà.
***
Tengono molto banco i manifesti in elegante bianco e nero con i volti di senatori e deputati favorevoli all’autonomia differenziata, corredati di breve biografia e indicati con pubblico ludibrio come traditori dei propri territori, idea del collettivo di estrema sinistra “La Base”. Variegate le reazioni dei diretti interessati. Laico ed equilibrato il commento del senatore Fausto Orsomarso di Fdi, il quale avvisato per fornire il suo indirizzo per avere tutela dalla polizia ha scritto: “Mi sembra esagerato perché credo che sia giusto manifestare dissenso verso le idee e anche le idee e anche le azioni del governo. E non credo ci sia nulla da temere, non mi pare istigazione all’odio anzi direi che i toni del manifesto sono accettabili come polemica politica”. Minimale e secca invece la deputata leghista Simona Loizzo che sul suo profilo personale Fb ha risposto alla didascalia del manifesto su cui è scritto: “Nonostante sia nata a Cosenza e sia medico primario dell’Annunziata, credo fermamente che sia giusto che i cittadini del Nord Italia ricevano cure e prestazioni sanitarie migliori dei cittadini del Sud”. Lapidaria la replica, molto apprezzata dai suoi follower: “Sono un medico, il migliore che sono potuta diventare e nessuno può dire il contrario. Sono Simona, orgogliosa di esserlo”. Diverso e variegato invece il pensiero della parlamentare leghista Tilde Minasi che nella parte costruens della sua nota ha scritto: “Ribadisco la mia disponibilità a incontrare chi non condivide questa visione, per confrontarci e approfondire ogni punto della riforma. Invito, quindi, anche questi giovani a sederci attorno a un tavolo per parlare dei loro dubbi e timori, senza usare strumenti che hanno l’unico risultato di fomentare odio e creare divisioni insanabili. Prima che sia troppo tardi». La senatrice chiederà che i manifesti vengano rimossi e si riserva di “valutare anche altri tipi di azione”. Una posizione in linea con quella molto dura del senatore Mario Occhiuto che ha tuonato: “Pubblicare i manifesti di noi parlamentari che abbiamo votato l’autonomia differenziata non è un atto di politica ma un atto di violenza. Solleciterò le autorità competenti”. Gli attivisti della Base hanno replicato in un video “Ma quale violenza, è satira”. La satira, in effetti mi è sembrata floscia, ho ravvisato invece una polemica politica in vista di una prossima mobilitazione che interessa il dibattito pubblico.
Personalmente penso che il diritto d’opinione e di critica è sancito dalla Costituzione e non vedo diffamazione nella ricostruzione di fatti che hanno tentato a far emergere delle contraddizioni. Tanto meno l’iniziativa mi sembra una lista di proscrizione alla Silla per intenderci, se mai una sorta di prescrizione di parte. Che il dibattito continui nell’interesse di tutti.
***
Chi aderirà alle tesi dell’Autonomia differenziata è Orlandino Greco di Italia del Meridione che ha firmato un patto federativo con la Lega di Salvini. Sul punto ha scritto un magnifico pezzo di masneriana prosa e di documentazione alla Ceccarelli il nostro Eugenio Furia. Aggiungo una notizia scomoda, non messa in evidenza. Orlandino Greco è sotto processo con l’accusa di voto di scambio e concorso esterno. Inchiesta istruita dal pm Bruni e poi proseguita da Nicola Gratteri poggiando su uno stuolo di collaboratori di giustizia prodighi di dichiarazioni e riscontri. Orlandino Greco è da ritenersi innocente, e sappiamo quante volte gli esiti di questi dibattimenti finiscano dopo ere geologiche in assoluzioni. Resta il dato del rapporto tra politica e giustizia. Orlandino Greco, a causa della sua vicenda giudiziaria, in questi anni si è schierato contro il gratterismo imperante. La Lega ordine e legge ne condivide la posizione? Mi sembra una domanda pertinente.
***
Si seguono poco le indagini della Procura di Caltanissetta sull’agenda rossa di Borsellino e i presunti depistaggi avvenuti attorno al buco nero della strage di via D’Amelio. Le ultime notizie riferiscono che le perquisizioni avrebbero trovato due assegni di 22 milioni di lire versate dall’ex capo della squadra mobile di Palermo, Arnaldo La Barbera, a favore dell’ex capo unità centrale informativa Luigi De Sena. La Barbera era anche uomo del Sisde e i magistrati vogliono comprendere il motivo di quei versamenti. Va evidenziato che la questione riguarda due persone decedute che hanno rivestito ruoli di rilevanza e non si possono difendere. Si profila il solito mistero italiano. Luigi De Sena è stato superprefetto di Reggio Calabria ai tempi del delitto Fortugno, e poi, anche in nome di quell’impegno, candidato ed eletto in Calabria nel 2008 come capolista al Senato.
Rivelo un episodio inedito cui sono stato testimone con il giornalista Francesco Graziadio e che riguarda De Sena. Nel 2005 ero il direttore di Calabria Ora. Decisi di pubblicare la relazione segretata di scioglimento dell’Asl di Acri. Ci inviarono plotoni di poliziotti in tutte le redazioni del giornale e scoppiò un caso che finì anche in parlamento. In un editoriale molto deciso chiamai in causa l’allora prefetto di Reggio Calabria. La mattina successiva fui contattato dalla segreteria di De Sena e invitato ad avere un incontro in prefettura. Ovviamente accettai e mi recai con Graziadio a Reggio Calabria. De Sena fu molto gentile, e in un colloquio molto cordiale mi disse che le perquisizioni non erano da lui state ispirate, ma anzi ne dissentiva a livello personale. Altri avrebbero sbraitato o peggio querelato. Ho sempre pensato di avere incontrato un uomo delle istituzioni di grande valore. A sua memoria ho ritenuto opportuno citare la circostanza.
***
Ho letto sul nostro Corriere una gran bella intervista di Concetta Guido a Giacomo Triglia. Il regista ha grandi qualità artistiche e umane ed è uno dei migliori alfieri della Calabria contemporanea come emerge nel serrato e vibrante dialogo. Concetta Guido, da poco approdata alla nostra testata, è una tra le migliori firme di cultura e spettacolo della regione; oltre ad avere una bella scrittura ha un approfondito senso della documentazione, quella che le giovani generazioni del mestiere rischiano di non considerare. Invito i giornalisti apprendisti e praticanti a seguirla e imitarla. Ne trarrete benefici superiori a un corso di formazione a punti.
x
x