CATANZARO Contrastare la povertà educativa territoriale legata all’infanzia: è questo l’obiettivo del disegno di legge della Giunta regionale dal titolo “Disposizioni per il sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita ai sei anni”. Il testo, approvato nell’ultima seduta dell’esecutivo su proposta del presidente Roberto Occhiuto e della vicepresidente, con delega all’Istruzione, Giusi Princi, è ora all’esame del Consiglio regionale, al vaglio in particolate della terza Commissione per l’esame di merito e della seconda Commissione per il parere finanziario.
La relazione illustrativa al disegno di legge parte da un’analisi dell’attuale situazione in Calabria per quanto riguarda i servizi educativi per l’infanzia, evidenziando dati estremamente negativi per la Calabria: “Solo il 3% di bambini e di bambine usufruisce di asili nido o servizi educativi per l’infanzia”, scrive in una nota stampa la Giunta regionale. In particolare si fa riferimento alla “Rilevazione sui servizi educativi per l’infanzia” promossa dal Dipartimento Istruzione, Formazione e pari Opportunità e dal Settore Istruzione e Diritto allo Studio, che ha avuto l’obiettivo di censire le strutture e i servizi presunti sul territorio calabrese al 31 dicembre 2022: emerge che «complessivamente i Comuni nei quali risultano servizi attivi sono 118 (pari al 29,2% dei comuni calabresi), mentre i Comuni senza sono 286 (pari al 70,8%)» e «che in Calabria la copertura dei posti disponibili rispetto al potenziale bacino di utenza – ovvero i bambini residenti da 0 a 2 anni di età – si attesta al 14,4% (al 31 dicembre 2021 era pari al 13,5%), ben distante, quindi, dall’obiettivo per raggiungere l’obiettivo del 33% previsto a livello europeo e nazionale».
Insomma, in Calabria c’è un gravissimo gap da colmare, anche sul piano normativo, considerando che la precedente legge regionale in materia, risalente al 2013, si è rilevata totalmente inadeguata, al punto a richiedere sistematiche proroghe. Da qui il nuovo testo licenziato dalla Giunta regionale, testo che abroga la normativa del 2013, comprende in tutto 28 articoli e – si sottolinea nella relazione illustrativa – si pone il fine di «definire il sistema integrato per conseguire la continuità del percorso educativo dallo zero ai sei anni, attraverso il potenziamento dei servizi di nido, micro nido, sezioni primavera, servizi integrativi per l’infanzia». E «il fine di consolidare e ampliare l’offerta del numero dei posti, così da ridurre il divario esistente con le altre regioni, attraverso la ridefinizione dei requisiti strutturali ed organizzativi». Il disegno di legge della Giunta regionale prevede, inoltre, il miglioramento della qualità del sistema attraverso la formazione permanente di tutto il personale in servizio. Inoltre, il nuovo disegno di legge – che è stato condiviso con il tavolo di lavoro appositamente istituito presso il Dipartimento istruzione, formazione e pari opportunità, nonché con l’Anci e gli ambiti territoriali sociali, nel rispetto dei principi di sussidiarietà e d’integrazione – si propone di « realizzare una governance di sistema tra Regioni, Comuni ed Ufficio scolastico regionale, con azioni di raccordo e collaborazione interistituzionale, in continuità del percorso già avviato con i Protocolli d’intesa sottoscritti tra Regione, Usr e Anci». Nella relazione alla proposta di legge si rimarca poi come «la Regione, in coerenza agli obiettivi nazionali, intende porre in essere ogni azione necessaria per perseguire il progressivo consolidamento e ampliamento dei servizi educativi per l’infanzia per concorrere all’obiettivo del 33% di copertura della popolazione sotto i tre anni di età a livello nazionale; la graduale diffusione territoriale dei servizi educativi per l’infanzia con l’obiettivo tendenziale di raggiungere il 75% di copertura dei Comuni, singoli o in forma associata; la generalizzazione progressiva, sotto il profilo quantitativo e qualitativo, della scuola dell’infanzia per le bambine e i bambini dai tre ai sei anni d’età; l’inclusione di tutte le bambine e di tutti i bambini; la qualificazione universitaria del personale dei servizi educativi per l’infanzia; la formazione in servizio del personale del sistema integrato di educazione e di istruzione anche al fine di promuoverne il benessere psicofisico. In particolare la programmazione regionale è volta a creare nuovi posti utente (con un aumento pari almeno al 105%), riqualificare gli spazi educativi, supportare i costi di gestione, promuovere la frequenza ai nidi attraverso il sostegno alle rette, promuovere i poli per l’infanzia, diffondere le sezioni primavera, attivare i coordinamenti pedagogici provinciali e promuovere la qualificazione del personale». (c. a.)
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