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Biden attacca Trump: «Con lui la democrazia è a rischio»

«È sottomesso a Putin». E il tycoon replica: «È un discorso divisivo e carico d’odio»

Pubblicato il: 08/03/2024 – 23:13
Biden attacca Trump: «Con lui la democrazia è a rischio»

Joe Biden si toglie i guanti e, senza mai nominarlo direttamente, nel suo discorso sullo stato dell’Unione davanti al Congresso attacca duramente per ben 13 volte il suo “predecessore” – ed ora unico rivale presidenziale – Donald Trump: dalla guerra in Ucraina alla Nato e alla Cina in politica estera, mentre sul piano interno lo mette alle corde dalla pandemia all’aborto, dall’immigrazione all’assalto al Capitol. Un discorso politicamente forte, carico di ottimismo, ruotante intorno al ‘comeback’ dell’America, durante il quale il leader dem ha mostrato lucidità e vigore, scherzando anche sui suoi 81 anni, vero tallone d’Achille elettorale: “Alla mia età certe cose diventano più chiare che mai. So che non sembra, ma sono qui da molto tempo… e comunque il problema non è la nostra età ma le nostre idee”. Il presidente ha vantato i risultati della sua agenda e tracciato la rotta futura, compreso un aumento delle tasse per ricchi e aziende con vari sgravi per i meno abbienti.
Stando alle prime rilevazioni, ha fatto centro: secondo un sondaggio flash della Cnn, il 62% degli spettatori ha avuto una reazione positiva e ritiene che le politiche del presidente porteranno il Paese nella giusta direzione (contro il 45% prima del discorso), mentre l’ora precedente e l’ora stessa dell’intervento sono state le due ore più fruttuose in assoluto di raccolta fondi.
“Il peggior discorso di sempre sullo stato dell’Unione, rabbioso, divisivo, carico di odio”, un “horror show”, gli ha risposto Trump, che nonostante i problemi tecnici iniziali è riuscito a commentare in diretta quasi minuto per minuto sul suo social Truth, dove ha postato una foto manipolata di Biden ‘Psycho’. “Il discorso di Biden sta facendo il giro del mondo”, ha aggiunto sprezzante, ma Pechino non ha commentato mentre in Russia solo l’ex presidente Dmitri Medvedev gli ha rinfacciato come vergognoso il suo essersi paragonato a Franklin Delano Roosevelt, citato all’inizio del discorso per ammonire che – come nel 1941 – “anche oggi la libertà e la democrazia sono sotto assalto”.
E non solo nel mondo, per la guerra in Ucraina lanciata da Putin, cui “il mio predecessore si sottomette” indebolendo la Nato con le sue minacce, ha accusato il commander in chief. Ma anche negli Stati Uniti, dove Trump cerca di “seppellire la verità” sull’assalto al Capitol ed è animato solo da “risentimento e sete di vendetta”. Il presidente ha quindi rilanciato l’allarme sui rischi per la democrazia nel caso di un ritorno del tycoon, che proprio oggi ha ricevuto a Mar-a-Lago il premier ungherese Viktor Orban, autocrate con cui c’è reciproca ammirazione: un’ulteriore dimostrazione dei leader con cui si potrebbe alleare se vincesse le elezioni.
Nel frattempo The Donald mette le mani anche sui vertici del partito repubblicano, piazzando come presidente il fedelissimo Michael Whatley, assertore del voto rubato, e come vice la nuora Lara Trump: i due potranno aiutarlo ad usare i fondi del Grand Old Party per fronteggiare le enormi spese legali dei suoi processi (proprio oggi ha depositato una cauzione di 91,6 milioni nel caso Carroll), ormai unici ostacoli sulla via della nomination.
Nel suo discorso Biden non poteva ignorare la questione mediorientale, che rischia di costargli la rielezione per le contestazioni interne. Così ha annunciato ufficialmente di aver ordinato all’esercito Usa di realizzare una banchina temporanea sulla costa di Gaza per gli aiuti umanitari via mare (“senza truppe americane sul campo”), ammonendo che anche Israele “deve fare la sua parte” e che “ha la responsabilità di proteggere i civili innocenti a Gaza” in una guerra con costi umani senza precedenti. Ma è sul fronte interno dove Biden puntava di più per riconquistare il voto degli americani e risalire nei sondaggi, che lo vedono ai minimi storici.
Per questo ha vantato un’economia record “che ora il mondo intero ci invidia”, la battaglia per l’aborto, i diritti civili e dei lavoratori, la riduzione del debito studentesco, la lotta contro il fentanyl e la violenza delle armi, la difesa del welfare, il rinnovo delle infrastrutture e della catena di approvvigionamento. Un’agenda che ora intende vendere iniziando un tour di comizi negli Stati in bilico, partendo da Pennsylvania e Georgia. (Ansa)

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