«C’è il rischio che il calcio italiano sia travolto da un nuovo scandalo»

ROMA “Parliamo di operazioni sospette che nascono da comunicazioni che le banche fanno all’ufficio informazioni della Banca d’Italia, nei confronti di determinati soggetti che sono coinvolti in vicende giudiziarie. Da questo punto di vista, atti e notizie che dovevano rimanere riservati sono state portate all’attenzione dell’opinione pubblica. Su questo c’è un’indagine in corso a Perugia, che mira ad accertare come e perché siano stati pubblicati”. A parlare è l’ex magistrato Luca Palamara, intervenuto su Radio Cusano Campus nel corso del programma ‘Gli sportivi della domenica’ per commentare insieme ai due conduttori, Arianna Galati e Francesco Acchiardi, il recente caso di dossieraggio che ha coinvolto il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina. “Su questa vicenda esistono, di fatto, due situazioni – ha continuato Palamara – una sulla quale indaga Perugia, l’altra che, da quanto apprendiamo dai giornali, riguarda l’indagine della Procura di Roma sul fondamento di quanto è accusato il presidente della FIGC, Gabriele Gravina. Parliamo della presunta prelazione per l’acquisto di libri antichi in concomitanza con l’aggiudicazione dell’appalto dei diritti televisivi della Lega Pro. Siamo comunque in una fase di indagini e accertamenti”, ha precisato Palamara. “Sempre da notizie stampa, abbiamo appreso che il presidente della Federcalcio è stato ascoltato dai suoi legali, e c’è stata un’iscrizione nel registro degli indagati per auto riciclaggio”, ha evidenziato l’ex magistrato durante la trasmissione. “Credo che debbano essere sottoscritte le parole del ministro Abodi: cautela e necessità di attendere gli ulteriori sviluppi da parte dell’autorità giudiziaria”. E infine sul rischio che il calcio italiano venga travolto da un nuovo scandalo, alla vigilia degli Europei: “Il rischio lo dobbiamo mettere in conto”, commenta ancora Palamara. “C’è una doppia indagine in corso. Da un lato il presidente Gravina dice di aver chiarito tutto, dall’altro gli inquirenti vogliono capire quello che è successo in concomitanza con l’aggiudicazione dei diritti, e la parola rischio la metterei in questo contesto”, ha concluso Luca Palamara.

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