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A Roma il ricordo di Franco Romeo «cardiologo tra la gente»

Evento “Memorial Franco Romeo” organizzato da Adnkronos e Accademia Calabria

Pubblicato il: 15/03/2024 – 17:24
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A Roma il ricordo di Franco Romeo «cardiologo tra la gente»

Il medico, il cardiologo e il professore. A Roma colleghi e amici hanno ricordato la figura di Franco Romeo, professore ordinario di Cardiologia presso l’Università Tor Vergata e direttore della prestigiosa scuola di specializzazione in Cardiologia, originario di Fiumara di Muro (Reggio Calabria) che si è spento nella Capitale il 12 gennaio scorso all’età di 74 anni. L’evento ‘Memorial Franco Romeo’ è stata l’occasione per chi ha conosciuto il professore di portare un ricordo e una testimonianza, della sua professionalità ma anche del suo essere calabrese. L’evento, promosso dall’Accademia Calabra e dall’Adnkronos, ha visto anche il dono di un’opera di Gerardo Sacco alla figlie di Romeo presenti alla serata di ricordo. Tra gli interventi: Giuseppe Germanò, dell’Università Sapienza; Giacomo Francesco Saccomanno, presidente dell’Accademia Calabra; Domenico Gabrielli, direttore Uoc Cardiologia Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini; Francesco Barillà, direttore Scuola di Specializzazione in Cardiologia dell’Università Tor Vergata. Da remoto è intervenuto anche il presidente della Calabria, Roberto Occhiuto, che ha auspicato l’intitolazione di una struttura della Regione a Romeo.

L’intervento dell’editore Marra

Franco Romeo è stato componente del Consiglio superiore di sanità. È stato insignito dal presidente della Repubblica con la Medaglia d’oro al merito della Sanità pubblica nel 2013. Così nel suo intervento Giuseppe Marra, presidente ed editore del gruppo Adnkronos: «È stato un cardiologo importante, e lo attestano tutti i riconoscimenti che si è meritato. Tra i tanti, cito solo la medaglia d’oro al merito della sanità pubblica che gli ha voluto conferire il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, nel 2013. Per la nostra agenzia, che ai temi della salute ha dedicato sempre una particolare attenzione anche attraverso l’impegno più specifico di “AdnKronos salute”, è stato sempre un interlocutore prezioso, competente, amichevole. E il compito di chi fa informazione e comunicazione è prima di tutto quello di conservare la memoria, di non dimenticare. E’ questo lo spirito con cui ci ritroviamo questa sera, e anche nel dispiacere per una persona di valore che non è più tra noi, restano sempre le mille tracce che il professor Romeo ci ha lasciato come la sua preziosa eredità. La nostra serata ha questo spirito e so che la condividerete con me e con tutti i presenti». «Ma forse il merito maggiore, più ancora che nella sua competenza scientifica, stava nella sua disponibilità umana, nella cura che si prendeva dei suoi pazienti, nell’attenzione che riservava ai
malati prima ancora che alle malattie. E’ qui che si nasconde il valore più profondo del grande luminare. La sua scomparsa ha colto tutti di sorpresa. E’ avvenuta in un’età giovane, quando avrebbe ancora potuto essere di utilità e di conforto a tanti pazienti che si affidavano alle sue cure. Una circostanza che rende tutto ancora più amaro. Per noi, che ci siamo avvalsi dei suoi consigli e della sua esperienza, questa perdita è particolarmente dolorosa. L’opera del maestro Gerardo Sacco, con cui oggi lo ricordiamo, è un ringraziamento per il suo operato. E più ancora, un modo per dire che non dimenticheremo tutto il bene che ha fatto».

Il ricordo dei colleghi

«Franco Romeo era un grande amico – ha ricordato Giuseppe Novelli, ordinario di Genetica Medica all’Università Tor Vergata – Quando lui è tornato dall’America è venuto a cercarmi perché mi disse ‘io sto studiando il motivo per cui alcune persone sviluppano l’infarto e l’aterosclerosi e altre no. E così abbiamo scoperto che c’era una porta d’ingresso del colesterolo nelle cellule e c’era un recettore. Io risposi che dovevamo studiare la genetica del recettore e allora abbiamo isolato il gene, lo abbiamo caratterizzato e scoperto che c’erano persone che avevano una ‘forma’ diversa che li proteggeva e l’abbiamo chiamata Loxina». «Ormai – ha aggiunto – questa proteina è famosa in tutto il mondo perché protegge dall’infarto. Da una sua intuizione è arrivata una scoperta per il mondo scientifico. Era aperto alle collaborazioni». Franco Romeo, «era un luminare che ha fatto scuola, ma di lui ricordo l’umanità di essere medico come lo si era una volta: sempre a disposizione del paziente per confortarlo», ha affermato Giacomo Francesco Saccomanno aprendo la serata. Secondo Francesco Barillà, subentrato al posto di Romeo all’Università Tor Vergata, «Franco si è battuto per avere il congresso europeo dei cardiologi a Roma, la sua battaglia per le statine, che poi hanno cambiato la storia dei pazienti».

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