CROTONE L’obiettivo è quello di evitare che i veleni presenti nell’area industriale di Crotone vengano smaltiti in Calabria, così come è stato sancito dalla Conferenza dei servizi decisoria del 24 ottobre del 2019. Saranno messe in campo iniziative importanti quali una raccolta di firme, denunce multiple per disastro ambientale, mobilitazioni di protesta, interrogazioni di parlamentari regionali e interventi dei parlamentari nazionali presso il Governo. L’appello alla partecipazione al convegno organizzato dal Partito democratico è stato accolto perché, nonostante l’ora, l’aula consiliare del comune di Crotone era stracolma, e il dibattito, iniziato alle 18,30, è andato avanti per circa tre ore. Ci sono stati ben 21 interventi, se si conta anche l’introduzione fatta da Carolina Girasole, presidente provinciale del Pd, che ha coordinato il dibattito. La gente c’era e per una volta la presenza non era solo di una parte.
È vero che il convegno su “Bonifica Crotone – verso una sconfitta o verso una vittoria” era stato organizzato dal Pd provinciale, ma è anche vero che nella sala consiliare della città pitagorica c’era la rappresentanza politica di Fratelli d’Italia, di Forza Italia, del Movimento cinque stelle, di Azione e c’erano tanti consiglieri comunali che appartengono alla galassia civica, diversi sindaci del territorio e autorevoli rappresentanti di movimenti e sindacati. C’erano, quindi, i rappresentanti di Cgil e Cisl, dell’Arci, di Legambiente, degli ordini professionali. Mancavano solo i rappresentanti delle istituzioni locali (Regione, Comune e Provincia di Crotone) e delle associazioni di categoria. Gli organizzatori dicono che erano stati tutti invitati e il capogruppo nel consiglio comunale di Crotone del Pd, Andrea Devona, nel suo intervento ha detto che il sindaco Vincenzo Voce aveva preso l’impegno di essere presente. Voce non c’era e non ha fatto pervenire nessuna nota sulle ragioni della sua assenza. Non è sfuggita l’assenza delle associazioni di categoria che, in precedenza, si erano attivati per porre il problema della bonifica. Le categorie sono spariti dai radar da quando è saltata una iniziativa organizzata per valutare criticamente la situazione. Il Pd era presente a tutti i livelli: oltre a Barberio, Devona e Girasole c’era la segretaria cittadina Annagiulia Caiazza, il capogruppo in consiglio regionale Mimmo Bevacqua, il consigliere regionale Raffaele Mammoliti e da remoto il parlamentare Nico Stumpo. Il dibattito non è stato monopolizzato dal partito che lo ha organizzato e non ci sono state divergenze di vedute negli interventi, infatti tutti hanno condiviso l’idea che il problema della bonifica va affrontato senza distingui politici.
Il segretario provinciale del Pd, Leo Barberio, nella sua relazione è stato chiaro: «Oggi ci sono le bandiere del mio partito, ma dalla prossima volta ci incontreremo senza simboli». La proposta è stata accettata e il dibattito è stato costruttivo. Oltre ai rappresentanti dei partiti che si sono posti l’obiettivo di fermare il progetto di smaltire i veleni a Crotone disattendendo la decisione assunta nella Conferenza dei servizi decisoria dell’ottobre 2019. Molte le critiche rivolte al comportamento che sta avendo il commissario straordinario della bonifica, Emilio Errigo. Da oggi, quindi, parte la raccolta delle firme proposta dal Pd che saranno consegnate il prossimo 2 maggio, il giorno prima della nuova conferenza dei servizi convocata per modificare il Paur (provvedimento autorizzatorio unico regionale). Questa ennesima conferenza dovrebbe aprire le porte allo smaltimento dei veleni nella discarica di Columbra. I veleni sarebbero spostati di tre o quattro chilometri: dall’area industriale all’impianto si smaltimento di Columbra. Nella intestazione del foglio utilizzato per la raccolta delle firme ci sarà scritto: «In merito alla conferenza dei servizi i cittadini intendono partecipare attivamente alle scelte che saranno determinate nella conferenza del 3 maggio». Partecipare attivamente per dire no al progetto di modificare il contenuto della Conferenza decisoria, che prevedeva lo smaltimento fuori della Calabria dei veleni. I cittadini intendono chiedere che i rifiuti vengano smaltiti, così come sancito dagli accordi, fuori dal territorio calabrese.
Alla proposta del Pd di raccogliere le firme da consegnare ai massimi rappresentanti delle istituzioni locali (presidente della Regione, della Provincia e sindaco di Crotone), al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Mantovano e al ministro dello Sviluppo economico, si sono aggiunte quelle di presentare denunce multiple per disastro ambientale e di organizzare iniziative di protesta per fare arrivare sino a Roma la posizione del popolo di Crotone. Oltre ai rappresentanti del Pd hanno dato il loro contributo al dibattito l’ex parlamentare M5s Elisabetta Barbuto, Filippo Sestito (Arci), Enzo Scalese (Cgil), Luigi Talarico (Cisl), Francesco Livadoti (presiente ordine architetti), Anna Maria Cantafora (capogruppo FdI in consiglio comunale di Crotone), la consigliera comunale Carmen Giancotti, Gino Albi (Confederazione italiana agricoltori), Salvo Riga (capogruppo Azione), Giuseppe Trocino (Enpa), Fabrizio Meo (consigliere comunale), Nicola Artese (già dirigente ambiente alla Provincia), Rosaria Vazzano (Legambiente) e Antonio Barberio (sindaco di Scandale). (redazione@corrierecal.it)
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