CATANZARO La Conferenza programmatica del Partito democratico della Calabria, si chiude oggi a Soveria Mannelli. L’alternativa alle destre, l’ascolto dei territori, il confronto, la condivisione con la comunità dem per «cambiare la Calabria e ridare speranza a tutti i suoi figli». Sono questi i temi rilanciati da uomini e donne democrat, riuniti per sostenere anche la candidatura alle prossime elezioni Europee di Antonio Decaro. Partecipa attivamente anche lui alla prima conferenza programmatica del Pd della Calabria, «una terra del Sud che somiglia molto alla mia regione, la Puglia, una terra dove purtroppo tante persone partono e dove tante persone arrivano spinte dal fenomeno migratorio».
Qualche battuta, poi Decaro sposta l’attenzione sulla competizione elettorale che lo vede e lo vedrà protagonista. «Dobbiamo investire anche attraverso i fondi europei sull’alta formazione, sul lavoro, per evitare che i giovani vadano via. Non vogliamo togliere la possibilità ai nostri ragazzi di decidere se andare a studiare fuori o lavorare lontano dalla loro terra però deve essere una scelta e non un destino ineluttabile, non deve essere una condanna». Il sorriso quando Decaro parla dei giovani, lascia spazio ad una smorfia di disappunto quando entra a gamba tesa bocciando – ancora una volta – l’autonomia differenziata. «Rischia di vanificare tutti gli sforzi che stiamo facendo, dalle opere pubbliche per migliorare le condizioni di vita al rilancio dell’economia e del tessuto sociale delle nostre comunità, con l’autonomia differenziata rischiamo di spaccare il Paese». Decaro non risparmia una critica alla premier Meloni. «Ho ascoltato la Presidente parlare dell’autonomia differenziata e definirla un’opportunità perché serve a responsabilizzare la classe dirigente del Sud. Io non sono un irresponsabile, sono il sindaco di una città che in questi dieci anni è cresciuta tanto, è una meta turistica, un territorio che ospita ventuno aziende dell’Information Technology con 7.500 posti di lavoro. Non devo responsabilizzarmi, ho bisogno delle risorse per recuperare questi divari che sono soprattutto divari territoriali».
Ieri, Francesco Boccia in apertura della Conferenza regionale del Pd aveva inviato un messaggio al governato della Calabria, Roberto Occhiuto. «Sull’autonomia abbandoni Salvini». Dello stesso avviso anche Antonio Decaro. «Ho visto che stanno cambiando idea, il problema è che i parlamentari calabresi di centrodestra hanno votato l’autonomia differenziata ed è una iattura per il Sud. Se lasciamo le risorse nelle mani delle regioni, non solo non supereremo la spesa storica al Sud, ma rischiamo di arretrare anche rispetto alle risorse che oggi abbiamo a disposizione. Questo va contro i principi della Costituzione. La nostra Costituzione dice che indipendentemente dove ciascuno di noi nasce o decide di andare a vivere, deve avere gli stessi diritti e quindi gli stessi servizi. Già oggi non è così».
Le elezioni Europee spesso assumono i contorni di una partita nazionale, il dibattito quotidiano però appare distante dagli equilibri precari dei Paesi membri dell’Unione. L’Europa è in guerra, la prospettiva post-bellica dovrebbe essere un punto centrale di questa discussione. «Al centro del dibattito per noi del Partito Democratico, devono esserci i valori e gli ideali del manifesto di Ventotene: valori di fratellanza, di solidarietà, di ripudio della guerra. L’Europa insieme a tutti i paesi deve alzare la voce, far sentire la propria voce rispetto alla necessità di una tregua, di un’interruzione del conflitto che abbiamo a qualche chilometro da noi ormai», dice Decaro. Che aggiunge: «L’Europa non è più un’entità istituzionale lontana, quella bandiera blu con le stelle dorate la sentiamo più vicina. E’ la stessa bandiera che ci ha consentito di utilizzare i fondi del Pnrr e che al Sud ci permette di usare i fondi strutturali. E’ la stessa bandiera che ha permesso di avere le stesse opportunità durante il periodo del Covid e del post Pandemia». temi evidentemente importanti, ma ai cittadini ed agli elettori «dobbiamo spiegare che c’è una scelta, o votano per noi e quindi per quella politica che permetterà di continuare ad avere relazioni con gli altri Paesi europei. Oppure si può continuare a votare per il centrodestra anche in Europa che strizza l’occhio agli amici di Orbàn, a chi pensa alla Brexit, a chi ripudia l’Euro».
(redazione@corrierecal.it)
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