LAMEZIA TERME La cultura come «preparazione per impegnarsi nella vita sociale», ma anche «una grande concezione rigorosa di legalità e la possibilità suggerire le indicazioni di comportamento alle istituzioni», l’università come «catalizzatrice di sbocchi, esiti positivi alla ricchezza umana». Il 6 febbraio 2017 il presidente della Repubblica Sergio Mattarella segna un’altra tappa della sua attenzione verso la Calabria partecipando all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Unical ad Arcavacata di Rende. Un’altra giornata intrisa dal forte messaggio di Mattarella a un’eccellenza del Mezzogiorno che – dirà – «ha una quantità di elementi particolarmente rilevanti, innovativi ed emblematici».
Il primo pensiero, quasi doveroso anche per una comune appartenenza politica, Mattarella quel giorno lo dedica a Beniamino Andreatta, primo rettore e “padre fondatore” dell’Università della Calabria…. «La vittoria della partita a scacchi contro Kasparov non è del computer ma di chi lo ha programmato», spiega Mattarella dopo aver ringraziato le istituzioni presenti e aver rimarcato «la consapevolezza, per fortuna nuovamente crescente in questa stagione, della unicità del sapere». «Non soltanto – aggiunge Mattarella – perché i mezzi moderni, nuovi, pervadono ogni settore, dalla medicina all’economia, alla dimensione sociale, a quella domestica, ma perché in realtà quella forma d’intelligenza, quella sua applicazione è inevitabilmente l’effetto di una combinazione di cultura e di scienze, tra filosofia, matematica, logica, in realtà fra l’intero complesso delle scienze… Anche in questo Andreatta era emblematico perché aveva una propensione eclettica, complessiva di approccio alla cultura e la sua intuizione, il suo impegno per questa Università è rappresentativo di questa apertura mentale di cui c’è bisogno. Andreatta – rileva il presidente della Repubblica – è un uomo del Nord, di Trento, ha svolto la sua attività accademica prevalentemente a Bologna, ma si è impegnato attivamente in concreto per far sorgere questo Ateneo che ha una quantità di elementi particolarmente rilevanti, innovativi ed emblematici e tra questi vorrei sottolineare la presenza di tanti studenti di altri paesi».
Sono gli anni della crisi in Siria e della distruzione di Aleppo, e proprio uno studente di Aleppo iscritto all’Unical viene invitato a parlare in quella cerimonia. Mattarella lo ricorda osservando che il giovane «viene da una città come Aleppo, che è uno dei punti più alti della storia della civiltà umana, un esempio di convivenza e che oggi è un segno deprimente di questi tempi e di come sia potuta diventare vittima di intolleranza e di violenza. Questa Università ha molti elementi caratteristici particolarmente significativi e importanti. Naturalmente non tutto funziona a perfezione, vi sono problemi, ed è bene ricordare che la crisi economica di questi anni ha segnato la nostra convivenza, particolarmente nel Meridione, e ha creato problemi anche agli atenei di tutta Italia, particolarmente a quelli del Meridione. Quindi è bene anche indicarne con chiarezza carenze, lacune, esigenze per poter affrontare e ovviare alle prime e soddisfare le esigenze che vi sono, ma è sempre bene mantenere un’attenzione anche sui risultati conseguiti, che è ciò che rappresenta questo Ateneo». Per il presidente della Repubblica «il nostro Paese complessivamente e il suo Meridione, che ne è una componente essenziale e decisiva per la ripresa e il progresso della crescita, ha una quantità di energie che vediamo in questo territorio, come in tutto il Meridione, ma anche in tanti territori del Settentrione, manifestato dai tanti giovani preparati, che hanno studiato, ma non trovano lavoro, occupazione. Il nostro Paese – sostiene Mattarella – ha bisogno, particolarmente in queste zone, di catalizzatori per suscitare sbocchi, esiti positivi a questa ricchezza umana che vi è all’interno. Uno di questi catalizzatori è l’università, è la cultura da cui deriva non soltanto la spinta, la preparazione, le capacità, l’affinamento delle attitudini per impegnarsi nella vita sociale, ma anche una grande concezione rigorosa di legalità e la possibilità di immaginare, progettare, suggerire le indicazioni di comportamento alle istituzioni». La chiusura di Mattarella è «un grande augurio e un apprezzamento per ciò che questo Ateneo svolge in questo territorio e nel nostro Paese. Un augurio e un ringraziamento per quanto viene fatto, con la convinzione che dal tessuto di cultura del nostro Paese in cui questo Ateneo è ampiamente ben collocato deriva la prospettiva di una crescita, di una ripresa e di un futuro migliore». (a. cant.) (Foto tratte dal sito ufficiale del Quirinale)
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