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inchiesta “Athena”

‘Ndrangheta nella Sibaritide, la profezia di Francesco Abbruzzese: «Faranno un’altra maxi operazione»

“Cicciotto” è intercettato. I racconti sulla latitanza dello zio Leonardo. «Sta bene», e il timore «se si consegna abbiamo finito tutti»

Pubblicato il: 30/04/2024 – 6:58
di Fabio Benincasa
‘Ndrangheta nella Sibaritide, la profezia di Francesco Abbruzzese: «Faranno un’altra maxi operazione»

COSENZA Un groviglio di strade conduce alla frazione Lauropoli e spalanca le porte del quartiere popolare “Timpone Rosso“, diventato roccaforte della criminalità e dove un ramo della famiglia Abbruzzese di Cassano allo Ionio si è stanziata oramai da decenni. E’ in quelle stradine – strette tra una piantagione di ulivo ed un ammasso di rifiuti abbandonati – che gli investigatori concentrano l’attenzione, cercando di isolare e catturare le conversazioni tra soggetti ritenuti appartenenti alla criminalità organizzata. E’ il caso di una captazione finita negli atti depositati dal pm della Dda di Catanzaro, Alessandro Riello, nel corso della udienza preliminare seguita alla chiusura indagini dell’inchiesta “Athena“.
Grazie all’utilizzo di dispositivi audio, chi indaga riesce ad ascoltare le parole pronunciate da Francesco Abbruzzese detto “Cicciotto” all’interno della sua abitazione. Secondo l’accusa quest’ultimo, «con le sue condotte, ha dato un contributo alla perdurante esistenza e operatività della cosca, mediante i contatti con lo zio latitante».

Le indagini e la fuga

Nelle indagini svolte nei confronti dei maggiori appartenenti al clan degli “Zingari” di Timpone Rosso, culminate con l’operazione “Athena”, sono coinvolti Leonardo Abbruzzese detto “Nino” o “Castellino” e suo nipote Francesco Abbruzzese detto “Cicciotto“. I due quando scatta il blitz non vengono rintracciati e si sottraggono al provvedimento restrittivo emesso dal Tribunale di Catanzaro. A luglio 2023, pochi minuti prima che Francesco Abbruzzese si presentasse spontaneamente nella casa circondariale di Cosenza, viene captata una importantissima conversazione. “Cicciotto” raggiunge i familiari ripotando importanti messaggi provenienti dallo zio Leonardo (latitante). Il ruolo di Francesco Abbruzzese, per chi indaga, è determinante. E’ figlio di Fioravante Abbruzzese detto Fiore (fratello di “dentuzzo” e “semiasse” assassinato nel 2002 insieme a Eduardo Pepe, per volere e per mano di Antonio Forastefano detto Tonino “u diavolo”). L’accusa nei suoi confronti è di «estorsioni e tentate estorsioni aggravate dal metodo mafioso, acquisizione e detenzione illegale di armi, furto aggravato e detenzione di sostanza». Per il gip che ha emesso l’ordinanza «ricopre il ruolo di partecipe al sodalizio, assumendo il ruolo di autista e di uomo di assoluta fiducia del reggente Nicola Abbruzzese.

Le intercettazioni e la latitanza di “Nino” Abbruzzese

Gli investigatori catturano l’audio della conversazione all’interno dell’abitazione di Cicciotto. Sono le 21 del 9 luglio 2023. Ad attenderlo a casa erano presenti la madre, la moglie, la sorella con il fidanzato la zia ed il figlio di quest’ultima. La mamma invita i presenti a spegnere i telefoni cellulari «cacciamo sti cazzi di telefoni!». “Cicciotto” nel frattempo rassicura tutti sulle condizioni dello zio latitante, ospitato e supportato da persone che sopperivano ad ogni sua esigenza. «… Sta bene in tutto, non gli manca niente… lo trattano meglio di noi… il tempo che … all’interno il cameriere… mi deve morire mamma, tutte le mattine gli porta il cornetto, a mezzogiorno gli cucina, la sera gli cucina… il giorno… sul bene di papà, non gli manca niente». Dopo le dovute rassicurazioni, Francesco Abbruzzese passa alle raccomandazioni dando sfogo alle direttive impartite dallo zio latitante. Si suggerisce il rinvio di alcuni «appuntamenti» che per gli investigatori rappresentano i momenti in cui Leonardo Abbruzzese è impegnato nello spostamento, da un nascondiglio all’altro. Il ruolo di “Nino” Abbruzzese è quello del “capofamiglia” ed il nipote mette in guardia i parenti presenti evidenziando che una sua eventuale cattura avrebbe determinato la «fine dell’intera cosca» sostenendo «se si consegna lui, abbiamo finito tutti». Leonardo Abbruzzese detto “Nino” o “Castellino” è stato arrestato a Bari, il 7 novembre 2023.

La profezia

Tra una cosa da «sistemare» e le ultime raccomandazioni prima di prendere il borsone, raggiungere il carcere di Cosenza e consegnarsi, “Cicciotto” trova il tempo per una profezia che non passa inosservata. «Da qui al quindici…agosto, faranno un’altra maxi operazione…al cento per cento!».

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(f.benincasa@corrierecal.it)

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