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La follia del pusher a Cosenza: gli spari contro un’abitazione e la tragedia sfiorata. «Sette colpi c’erano»

L’episodio raccontato nell’inchiesta “Recovery”. Protagonista Carlo Bruno che si «autoaccusa», ma per il gip non è tentato omicidio

Pubblicato il: 15/05/2024 – 11:28
La follia del pusher a Cosenza:  gli spari contro un’abitazione e la tragedia sfiorata. «Sette colpi c’erano»

COSENZA Una sparatoria di fronte a un’abitazione, ben sette i colpi sparati e una tragedia evitata per poco. È l’episodio raccontato nelle carte dell’inchiesta “Recovery”, alla base dell’operazione scattata a Cosenza e che ha portato all’emissione di misure cautelari per 142 persone. Traffico di droga, estorsioni, detenzione di armi alcuni dei reati contestati agli indagati. Tra questi c’è Carlo Bruno, finito in carcere, e ritenuto dagli inquirenti «partecipe al traffico di stupefacenti» che avrebbe reso la città bruzia tra le piazze di spaccio più attive della Calabria. Gli inquirenti citano il particolare episodio in cui, secondo la ricostruzione, lo stesso Bruno «avrebbe sparato una raffica di colpi su un edificio, per fortuna senza fare vittime». Un gesto che avrebbe potuto avere conseguenze peggiori, tanto da convincere i magistrati a contestare il reato di tentato omicidio nei confronti di una donna.

«Tutti quanti gliel’ho scaricati»

«Si affacciano tutti quanti, no, prendo la pistola pu pu pu». A identificare in Carlo Bruno l’esecutore della sparatoria è una conversazione telefonica intercettata dagli investigatori. È lui stesso a rivendicare il gesto parlando con un interlocutore. «Si affacciano tutti quanti, no, prendo la pistola pu pu pu (a indicare i colpi, ndr) e gli ho tirato due botte di qua ed una botta di qua» spiega l’indagato, che continua facendo riferimento alla reazione dei “testimoni” che prima si affacciano poi, spaventati, si chiudono in casa: «E si mettono dentro, subito faccio in questa maniera dal lato e si affaccia dalla finestra dal lato, pu pu e gliene tiro due dal lato, giro di nuovo da dietro, si affaccia da dietro, pu pu e gliene tiro altri due da dietro». Un intero caricatore scaricato sui muri dell’edificio, per fortuna senza fare vittime. «Tutti quanti gliel’ho scaricati, sette colpi c’erano..» continua a spiegare Bruno.

Per il gip non c’è gravità indiziaria

Per il gip non ci sono dubbi sull’autore materiale del gesto, come emerge dal suo stesso racconto in cui se ne assume la paternità. Tuttavia, evidenzia, come non sussista «la gravità indiziaria con riferimento al delitto di tentato omicidio». L’aver colpito solo il muro e neanche le finestre, come dimostrabile dai colpi sparati, secondo il gip «potrebbe rappresentare anche la volontà di compiere un’intimidazione e non un vero e proprio omicidio». A riprova di ciò ci sarebbero le stesse parole dell’imputato che specifica di aver sparato «di qua e di qua» facendo riferimento ai muri. «Non potendosi – si legge – escludere che la volontà del Bruno fosse quella di intimidire gli occupanti dell’abitazione» e non di mirare mortalmente alla donna, per il gip va esclusa la gravità indiziaria e dunque non considerato il reato di tentato omicidio. (Ma.Ru.)

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