«Le corna del Presidente della Repubblica, il canto a squarciagola di Funiculì Funiculà, le “abitudini” di Colombo… i profumi di Fassino. Grevismo e macchiettismo sono costanti della storia politica nazionale. Si potrebbe partire dall’antica Roma. E pure fuori non è che si stia meglio, vedasi Biden/Trump il duo delle meraviglie che si contende la guida della “democrazia più matura” del mondo. Visto il contesto lo “stronza” meloniano non è gran cosa. Il disturbo dei governati è plausibile, stante la tragedia contemporanea in cui si è immersi. Lo sturbo della politica di opposizione è macchietta quanto il linguaggio colorito della premier. Colti da turbamento della sensibilità morale e dell’innocenza altrui, come se d’improvviso si calassero nel panorama politico e istituzionale italiano, che questo è da un dì lontanissimo. Da sempre. Forse è più scandaloso scandalizzarsi per la disinvoltura semantica da parte di forze che fomentano il progresso, stanno in trincea per i diritti e gridano all’orrore per un misero “stronza”. E “donna, donna, donna”, gridano, ma nella sostanza fanno guerra al pari degli uomini, e nella sostanza chiedono poltrone per donne che stanno al calduccio da sempre, esattamente come gli uomini di sempre. E nel gioco delle parti quello che ci frega non è la semantica, è la sostanza».
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